Rassegna storica del Risorgimento

ARCHIVIO COMUNALE DI TOLFA
anno <1969>   pagina <693>
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Libri e periodici
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nato dalle donne e dai minorenni). La prevalenza della componente industriale su quella artigiana nell'ambito della società cittadina, accanto ad una presenza intellet­tuale complessivamente trascurabile, la ricostruzione dei bilanci delle cartiere, là pro­prietà immobiliare urbana e l'atti vita creditizia svolta dagli ecclesiastici, la sostanziale immobilità della finanza comunale a gabella lungo i secoli con preminenza asso­luta di quella, eminentemente antipopolare, sulla farina, la redditività dei vigneti e l'estensione dei boschi, questi i principali punti fermi e problemi dell'indagine amal­fitana. Più essenziale e scarna la ricerca pugliese, accentrata peraltro sa una fonte documentaria fondamentale e sin qui negletta, gli stati annuali generali della popola­zione redatti dagli intendenti delle Due Sicilie su base ovviamente provinciale. Tale base non è peraltro sufficiente per una visione articolata delle cose, l'incremento de­mografico di Gravina, ad esempio, non potendosi certo avvicinare a quello ben più imponente di Andria e Corato par nella medesima provincia (per Bari città, ed in genere per i centri burocratici ed amministrativi, il discorso è naturalmente diverso). Gioverà dunque scandagliare ancora in ambito comunale per cogliere quelle partico­larità e quegli agganci ebe prima si segnalavano come attributi tipici di nna indagine come questa.
RAFFAELE COLAPIETIIA
Le relazioni diplomatiche fra TAustria e il Regno di Sardegna, I serie 1814-1830, vo­lume II, 23 luglio 1820-5 agosto 1822, a cara di NARCISO NADA (Fonti per la storia d'Italia, 95); Roma, Istituto storico italiano per l'età moderna e con­temporanea, 1968, in 8", pp. XIII-504. L. 5.000.
Tra i molti documenti dai quali si può prendere avvio per dar conto del volume ottimamente curato dal Nada sulle relazioni diplomatiche fra l'Austria e il Regno di Sardegna (1820-22), senz'altro assai significativa è la memoria s. d. del Binder, già ministro austriaco a Torino, al Meltemicb scritta probabilmente al termine della sua missione (pp. 386-95); memoria nella quale non tanto si parla dei fatti relativi alla rivoluzione piemontese del '21, quanto piuttosto si individuano le forze politiche (partiti e orientamenti), gli antecedenti, le circostanze e gli effetti più rilevanti del sommo vi mento in Piemonte e in altri Stati italiani, e soprattutto si indicano nella riforma (che suppose le maintien de ce qui exsiste; elle est da ressort de l'admilustra­tura et non de la législation , p. 390), nella soluzione della questione Carignano, nel consolidamento dell'influenza austriaca (tramite Carlo Felice) ecc., le vie per ripor­tare il Piemonte e gli altri Stati italiani in condizioni di ordine e di tranquillità a sostegno della pace europea.
In realtà i diplomatici non avevano compreso a pieno che, a pochi anni dalla caduta del t regime napoleonico , andavano maturando, sia por lentamente, situazioni del tutto diverse rispetto al trentennio precedente, mentre l'azione delle sette, pene­trando in vari strati sociali, incominciava a dare qualche fratto. La rivoluzione di Spagna e di Napoli diede avvio ad una serie di azioni e reazioni ebe non si sareb­bero concluse in breve, né senza effetto, anche pel Piemonte; specie nel secondo caso non si trattava di fatti senza conseguenze e senza ri tiessi politici, come sembrò nel baglio del '20. Se hi situazione in Piemonte non lasciava trasparire all'inizio peri­coli immediati, è chiaro che le misure militari austriache, la missione Ficqnelmont a Torino nell'agosto, la possibilità di no contagio rivoluzionario nell'Italia setten­trionale* il comportamento delle grandi potenze a segnilo di questa crisi, ecc.. tocca­vano assai da vicino il Piemonte (e di converso il Lombardo-Veneto).
Le cotKours mora! des princes a Italie, richiesto per la sua politica dall'imperatore che non voleva restare ozioso spettatore di un avvenimento (la rivoluzione di Napoli), vera minaccia olle basi dell'ordine sociale fp. 30), era qualcosa di più di una scelta tra la via della saggezza e queliti della perdizione; era l'adesione piena alla politica austriaca in Italia ribadita dal Mettermeli nelle Istruzioni (p. 55 e sgg.) al Binder, ve-
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