Rassegna storica del Risorgimento

ARCHIVIO COMUNALE DI TOLFA
anno <1969>   pagina <700>
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Libri e periodici
bisogno di Iiberlà personale diviene anche, come abbiamo visto, necessità di libertà politica. Egli e un pairiolla, e il patriottismo tuttavia non è in lui ebe il primo panno verso il mondo di una democrazia veramente liberale: ma anche questo è un segno indistinto, che egli non sa spiegare a se stesso, e che, mentre lo (a condannare sdegno* .sumente da certi ambienti conservatori, lo pone in sospetto anche presso certi ambienti liberali: di qui una esistenza trascorsa ai margini, in perpetuo scontento, coi si ag­giungerà la malattia, la prigionia, l'esilio, e il solo conforto di poche carissime amicizie, e della sua insopprimibile vocazione letteraria (p. 122). Tra queste amicizie è da rammentare Costanza Arconati Visconti che, attraverso le lettere a Giovanni Arrivabene e a Giovita Scalvali, ora edite integralmente, ritorna a noi con la freschezza e la spontaneità della sua vita e della sua cultura, con il quotidiano colloquio che ella seppe condurre assieme a spiriti nobili, patrioti o letterati, con l'entusiasmo improvviso e la delusione, con le intuizioni politiche o le citazioni letterarie, con l'amore per hi natura e la concretezza lombarda nel giudicare: donna esemplare, come esemplare fu l'amicizia sua verso esuli liberali.
RENATO Gresil
JACQUES DROZ, Les Révolutions allcmnndes, depuis un manusctit et des notes de E., Tonnelat; Paris, Presses Uni versila ircs de Franco, 1957, in 8, pp. 656. S.p.
FRANK EYCK, The Frankfurt Parlìament. 1848-49; London, Macmillan, 1968, in 8, pp. XII425. S.p.
Nell'introduzione al suo ampio e documentarissimo studio, il Droz spezza una lancia in difesa della classica storia della rivoluzione tedesca del 1848-*49 di V. Valentin, apparsa nel 1930-31, il cui maggior pregio si può individuare nell'appro­fondimento del rapporto fra motivi politici e motivi sociali del moto: invece di attribuire una parte essenziale alle idee liberali e nazionali, il Valentin vuole dare il dovuto peso al malcontento delle masse, che precede idealmente (e cronologica­mente) la grande scossa quarantottesca, fornendo materia combustibile agli agitatori che poi mettono fuoco alla miccia, servendosi degli strumenti ideologici già noti. Al Valentin si era contrapposta una storiografia che potremmo chiamare conservatrice, accusandolo di aver sottovalutato le forze politiche tradizionali, e, per altro verso, la storiografia di orientamento marxista, che non trovava appagamento nella sua visuale, diversa da quella dei teorici del materialismo storico, e perciò atta ad esser liquidata come piccolo-borghese. Anche le posizioni e le indagini accuratissime del Droz vanno difese ritengo, di fronte all'unilateralità dei prosecutori delle pregevoli ri­cerche sul movimento operaio, che son state condotte da studiosi come J. Kuczynski, vero caposcuola in tal campo, specie nella Germania orientale. Del resto al Droz piace di sottolineare l'importanza degli Arbeitervereine (associazioni di lavoratori) nella formazione d'una coscienza politica fra le masse, e proprio questi aspetti sono alquanto trascurali nei cenni dell'Eyck sulla orìgine del moto del '48. Utiliz­ziamo perciò volentieri, per uno sguardo d'insieme sulla preparazione, sul cosiddetto Varmarz, le pagine illuminanti di J. Droz, sapiente mediatore fra correnti storio­grafiche in contrasto, e validissimo sintetizzatore dei migliori risultati di un lungo sforzo di ricerca, che ancora, com'egli nota (e In sua conclusione e sempre valida, anche dodici anni dopo la pubblicazione del volume al quale ci riferiamo) lascia ampie lacune da colmare.
Vi era qualcosa di eccessivo in alcuni rilievi del Namier, i cui saggi sulla 4, rivoluzione degli intellettuali quarantottesca risentivano alquanto del clima bellico: la loro stesura risale infatti al 1944; dietro alla Germania del romanticismo nazionale s'alzava alto lo spettro della Germania di Hitler. J. Droz tien conto di alcune precise rettifichi! sull'interpretazione del testi citati dal Namier, proposte sin dal 1948 sul Journal oj Modem Bistory da 11. Rothfels, e non dimentica che il liberalismo tedesco degli anni '40 ha subito l'influenza di uomini come K. Rntteck e Th. Wekker,