Rassegna storica del Risorgimento
ARCHIVIO COMUNALE DI TOLFA
anno
<
1969
>
pagina
<
703
>
Libri e periodici
703
ria nel contesto del Pam-or variegata Germania. Su questo ponto ci si potrebbe ri* chiamare, oltre che ai giudizi delTEyck (p. 293)* alle felici osservazioni di Ernesto Sestan (La costituente di Francoforte. 1848-1849, Firenze, Sansoni, 2946, pp. 113-116). Vorrei però notare a questo punto che se appare naturale che dei patrioti radicali e democraticheggianti sognassero qualcosa come un'esplosione di entusiasmo bellicoso, prendendo magari come modello la Francia del 1792. è invece molto curioso che accanto ai radicali si formi un'ibrida coalizione di gruppi e di uomini delle più varie tendenze propensi a proseguire la guerra: coalizióne effimera, poiché già il 17 settembre potè crearsi una maggioranza favorevole al più prudente partito, cioè alla accettazione dell'armistizio, ma significati va. Già altri studiosi, ed in particolare il Namier, avevano del resto dato rilievo alla propensione mostrata da uomini della elasse politica più moderata (e per certi aspetti conservatrice) per una soluzione diciamo cosi bellicosa degli aggrovigliati problemi della formazione nazionale tedesca nel '48: Friedrich e Max von Gagern avevano considerato la guerra come un elemento indispensabile a cementare una certa anale unità del moto patriottico, e Max aveva cercato invano di persuadere il re di Prussia ad aprire le ostilità contro il colosso russo. Per i Gagern non si trattava di aprir la strada, colla guerra, alla rivoluzione, ma invece di salvare tuit'assieme il principio monarchico e il principio nazionale. Sulla parte notevolissima che ebbe Heinrich von Gagern, fratello dei due testé nominati, nei dibattiti del parlamento di Francoforte, non occorre soffermarsi: F. Eyck ha anche il merito di inserire nella sua analisi dei brevi, incisivi profili dei personaggi più rilevanti dei quali tratta. 1 problemi affrontati via via dall'assemblea sono esaurientemente presi in esame: ancora per quanto riguarda i problemi di frontiera, piace di veder ricordata una presa di posizione assai generosa cui dà luogo la mozione proposta da T. Mareck, di Graz, per rassicurare gli Slavi e in gepere le minoranze, i VolksstSmme non tedeschi viventi in territorio tedesco (cioè su terre del Bund) contro il rischio di una snazionalizzazione (pp. 268-69). Ma se tali erano gli umori dell'assemblea il 27 maggio, prima che s'aprisse il congresso slavo di Praga, e prima che lo Jordan avesse orientato il parlamento verso il sacro egoismo nazionale nei dibattiti, che furono detti, con riferimento ad una sua famosa frase, Polenrauschde-batteri, svoltisi fra il 24 e il 27 luglio, nel periodo successivo si ha l'impressione che la grande maggioranza dei rappresentanti della Germania quarantottesca viva sotto l'impressione di una serie di minacce, che -fomentano un'aggressività quasi pan-germanistica : lo Jordan giungeva a dire che i polacchi eran nemici mortali dei tedeschi (Eyck, p. 277) ed il boemo tedesco F, Schuselka evocava un Weltberuf del grande popolo tedesco che consentiva di costruire una teoria del patriottismo su basi territoriali, piuttosto che etniche. In base a tale prospettiva gli pareva giusto rivendicare tutto il Tiralo meridionale (Trentino incluso, beninteso), tutta la Boemia benché vi prevalessero i cèchi, tutto il ducato di Schleswig, anche nella parte danese. Non mancava di rivendicare anche il possesso di Trieste, benché abitata da Italiani ... (ivi, p. 279). Ma se lo Schuselka faceva sua una dottrina territoriale per tutte queste rivendicazioni, e per evitare una spartizione del granducato di Posen, prevalentemente polacco, il Giskra rimproverava ai polacchi di guardare al problema di Posen dal punto di vista territoriale, invece che dal punto di vista etnico, e di voler restaurare la Polonia degli Jagelloni (ivi, pp. 281-282);
In realtà, la minaccia che maggiormente pesava sulla formazione d'una comunità nazionale tedesca politicamente più unita, veniva dall'interno, non dall'esterno, e l'ottimo capitolo che F. Eyck dedica al dilemma: egemonia austriaca o prussiana (pp. 315-387) risponde alle più raffinate esigenze storiografiche su questo punto cruciale del moto tedesco del '48. La piattaforma ideologica sulla quale poggiava tutta l'azione del parlamento di Francoforte restava pur sempre quella della sovranità nazionale > (concetto un po' sfumato ed attenuato, rispetto a quello di sovranità pò* polare,, e che appunto ci richiama alla capacità mediatrice di Heinrich von Gagern). La costituzione elaborata dal parlamento, frutto della notevole dottrina giuridica dei numerosi ed insigni gloriati dell'assemblea (che fu detta professorale), giungeva a dare