Rassegna storica del Risorgimento

ARCHIVIO COMUNALE DI TOLFA
anno <1969>   pagina <706>
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Libri e periodici
Vienna ed in Crimea, mia posizione politico-diplomatica conforme alle aspettative pie-montesi ed al contributo offerta- olle potenze alleate i pp. 112. 116, 120 e sgg.), otte-nendo l'ammissione di no plenipotenziario sardo alle discussioni concernenti la Sardegna, e alla firma del futuro trattato di pace.
Ma indubbiamente la parte più interessante del volume (nel quale, pel 1855, rammentiamo, ad cs. le missive del Palmerston relativamente all'Austria, p. 123 e alla sua politica in Italia, p. 129, gli appunti del ministro plenipotenziario a Torino Hudson sulla situazione italiana, p. 1341 ), le lettere concernenti le varie fasi del < conflitto sardo-toscano e il viaggio di Vittorio Emanuele in Inghilterra), riguarda il periodo del Congresso di Parigi, che dalla preparazione sino alla stretta finale ed alle conseguenze immediate vide impegnata la diplomazia europea nel '56, e, pel Piemonte, l'intelligenza politica del Cavour.
Dalla prima significativa presa di posizione del governo sardo, affinché nella prossima conferenza si discuta la questione italiana e si impedisca l'accrescimento della potenza austriaca (30 dicembre 1855, p. 200) all'affermazione del ministro Hudson sul ridimensionamento del mazzinianesimo (pp. 204-205)2), dall'elogio per la con­dotta politica del Cavour al riconoscimento dcll'iifiZifà inglese per la presenza sarda alle conferenze (pp. 220. 232 e sgg.} ecc., si ba il lento delinearsi della posizione che assumeranno i rappresentanti piemontesi al Congresso di Parigi; durante il quale, soprattutto nell'incontro del 19 marzo tra Napoleone III, Walewski, Clarendon e Ca­vour (p. 249) si precisano i rispettivi orientamenti degli alleati verso il Regno di Sardegna, e le prospettive possibili per la trattazione della questione italiana al fine di ottenere l'evacuazione delle truppe straniere, le riforme nello Stato ponti­ficio e in altri Stati italiani. Impostare il discorso sull'Italia al Congresso, in base ad un pretesto: il problema dei paesi presidiati temporaneamente da truppe stra­niere (Roma e Grecia) significava portare avanti un impegno preso dalle potenze amiche del Piemonte, al quale impegno facevano da rincalzo le istruzioni del Pal­merston al Clarendon (21 marzo, p. 252), i piani del Cavour sulle Legazioni, il collo­quio tra Walewski e il Buoi, e infine il desiderio della diplomazia e del governo della Gran Bretagna di presentare al Parlamento e all'opinione pubblica la pace sottoscritta, e, congiuntamente, qualche presa di posizione in favore dell'Italia in ge­nerale, della Grecia, delle vittime del re Bomba di Napoli.
La constatazione del Clarendon sull'insoddisfacente risultato delle discussioni relative all'Italia (p. 265), l'amarezza del Cavour nel suo resoconto al Cibrario della seduta dell'8 aprile, lo stesso trattato di garanzia anglo-franco-auBtriaco (del 15 aprile) non dovevano celare però il fatto nuovo del Congresso: la scoperta dell'Italia, da parte non solo di pubblicisti e commentatori politici, ma anche della diplomazia, e l'impegno assunto dalla diplomazia francese e inglese in favore della questione italiana. La cautela da porre in campo per modificare uno stato di cose esistente dal 1815, le difficoltà da affrontare (riforme nello Stato pontificio, rapporti con l'Austria ecc.) non generarono tuttavia da parte inglese indifferenza e oblio per l'Italia e il Piemonte, del quale in particolare si valutava a pieno la vera forza, consistente nella
1) Dopo i paragrafi del Memorandum dedicati ai vari Stati italiani, il ministro inglese (pp. 135-36) si sofferma sulla decadenza di Mazzini e del mazzinianesimo, a se­guito degli effetti dell'alleanza del Piemonte con Francia e Inghilterra.
2) cTlie policy pursued by this country in jolning the Alliance has destroyed Mazzini and bis party. Asie yourself wliethcr during months past you bave ever even thoaght of Mazzini. One of our principul reasons for desiring the Piedmontese afliance was the nocessary consequence, the downfall, the swamping, the extinction of Mazzini, bis doctrines and his party. We cannot change the nature of the Italiane, bui we may direct ilicir thoughta and their conduci io Monarcby aud not to Reputili-canism .