Rassegna storica del Risorgimento

ARCHIVIO COMUNALE DI TOLFA
anno <1969>   pagina <725>
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l'itti dell'Istituto
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sempre fonie di intimi entinienti. Ma non sarebbe avvenimento al di là della cronaca se non avesse avuto, come qnello divàri, un particolare profondo significato: cioè quello di ricordare, celebrando i caduti di tutte le guerre un altro 2 novembre, molto lon­tano ormai, in cui tutta l'Italia partecipò, di persona o con il cuore, ad un viaggio a ad un arrivo a Roma.
Correva Testate 1921 e realizzando l'idea del generale Giulio Douhet, di Caserta, la legge n. 1075 dell'll agosto 1921 firmata da Vittorio Emanuele III, il piccolo-grande " Re Soldato ", e controfirmata da Bono mi, capo del governo e da Gasparo tto, ministro della Difesa, stabiliva che " dalla salma non riconosciuta di un soldato caduto in com­battimento nella guerra 1915-1918 sarà data, a cura dello Stato, solenne sepoltura in Roma, sull'Altare della Patria ".
II 28 ottobre, dopo che una commissione appositamente nominata, aveva scelto, tra le migliaia non identificate, undici salme, queste furono portate, con lutti gli onori, nella stupenda basilica romanica di Aquileia. Presente il Duca d'Aosta, l'invitto Coman­dante della eroica Terza Armata, la madre di un caduto ignoto, la triestina Maria Bergamas, tra la generale commozione, sceglieva, segnandovi sopra una croce, la " se­conda bara di destra ", che diventava così la salma del Milite Ignoto.
Deposta su di un vagone ferroviario di un treno speciale, la bora, attraverso un viaggio volutamente lento per consentire l'omaggio del popolo, dopo cinque giorni giungeva a Roma, proprio il 2 novembre. Il Re, con la famiglia reale al completo, autorità e popolo immenso, l'accolsero in muto raccoglimento.
Sempre nello stesso giorno, fatto coincidere con la commemorazione dei defunti, il vescovo castrense, monsignor Bartolomasi, celebrava la messa di suffragio e benedi­ceva il feretro, che era poi tumulato nell'Altare della Patria, nel luogo prescelto, ai piedi della statua della Dea Roma.
La fndimenticaile cerimonia del 2 novembre 1921 è stata ricordata e si può quasi dire rivissuta nella celebrazione di ieri, voluta e organizzata dalla Associazione nazionale famiglie caduti e dispersi in guerra e dall'Istituto per la Storia del Risorgimento ita­liano che ha sede nel Vittoriano ed è degno custode del grandioso monumento. Lo dirige l'illustre professor Alberto Ghisalberti, studioso di fama internazionale, che alla profonda dottrina, tradottasi anche in numerose pubblicazioni, unisce una inesausta passione patria; in nome di questa, aiutato dalla fedele segretaria signorina Morelli (ed è doveroso citare i nomi di questi benemeriti custodi di tante glorie), il professor Ghisalberti è riuscito, anche in tempi difficili, a difendere l'integrità spirituale e mate­riale del monumento e del suo più significativo contenuto (il Sacrario delle Bandiere ed il Museo del Risorgimento).
Basti pensare che il rito, come quello di ieri, fu celebrato il 2 novembre del 1943, quando qualsiasi manifestazione di italianità poteva avere serie conseguenze per i promotori e gli esecutori ; ma " la quercia " non tremò !
Con la signora Pocaterra, presidentessa della Associazione nazionale famiglie caduti e dispersi in guerra erano presenti il presidente e la segretaria dell'Istituto per la Storia del Risorgimento italiano, genitori e parenti di caduti, con i segni del valore sul petto, rappresentanze degli ufficiali del presidio e delle Associazioni d'Arma, il colonnello Giannuzzi, riordinatore ed oggi " conservatore " del Sacrario delle Bandiere e molta folla che, in visita al Vittoriano, ha voluto presenziare al sacro rito.
Più di tutti ci ha colpito la presenza di vecchi combattenti del *15-'18 che, dopo aver assistito come ci hanno detto con accenni commossi alla cerimonia dell'arrivo della salma del Milite Ignoto tanti anni or sono, si trovavano ieri nella cripta come padri di caduti; dopo aver dato il meglio di se stessi nella grande guerra, hanno anche offerto alla Patria i propri figli.
Nel suggestivo ambiente dalle ampie volte, veniva celebrato, proprio come 48 anni fa, la messa accanto ai resti mortali del soldato ignoto, officiata dai francescani della vicina chiesa dell'Ara Codi ; ai lati dell'allure, due carabinieri in alta uniforme. Dopo la funzione religiosa, durante la quale abbiamo visto molti occhi umidi di pianto, sacerdoti, familiari dei caduti e rappresentanze, attraversando Io stupendo Sacrario delle
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