Rassegna storica del Risorgimento
BARTHOLDY JAKIB LUDWIG SALOMO OPERE; CARBONERIA NAPOLI 1820-182
anno
<
1970
>
pagina
<
41
>
Il cavalier Bartholdy ed i Carbonari
41
di cui esiste un'ampia documentazione, *) è facilmente spiegabile, e può considerarsi fenomeno napoletano (città). Sarebbe da accertare però se anche altrove, per esempio a Salerno, vi fossero state simili lotte intestine* Là situazione napoletana era naturalmente peculiare, ma gli effetti del predominio governativo in città dovettero essere ben più gravi.
Bartholdy ricorre ancora una volta all'esempio della rivoluzione francese per spiegare i molti provvedimenti adottati dalla Carboneria per suscitare sentimenti patriottici e marziali nell'esercito, per controllarne l'amministrazione, la disciplina ecc., ma constata che tutti i provvedimenti, anche quello di inviare dei commissari all'esercito, che si erano rivelati tanto efficaci tra una nazione guerriera, si rivelarono inadatti e sterili a Napoli. -1 Ma più che lo stato di sfacelo pressoché totale che presentava l'esercito napoletano nei giorni decisivi, e che il Cari-ascosa attribuiva volentieri all'influenza della setta, importa qui notare alcune osservazioni bar-tholdiane che sostanzialmente concordano con le contemporanee accuse carbonare. Nelle provincie l'entusiasmo era reale, ed i soldati, richiamati o volontari, si presentavano bene anche quando giungevano a Napoli. Nelle Provincie era la Carboneria che aveva saputo suscitare l'entusiasmo della popolazione, e controllato l'esecuzione della legge. (Incidentalmente, anche i volontari più decisi sembra avessero posto delle condizioni: non essere opposti in campo aperto alla cavalleria!)8) Il loro aspetto era ben diverso, nota Bartholdy, da quello dei coscritti di Murat e Ferdinando, probabilmente perché riscuotevano l'elevato soldo di tre carlini al giorno, e speravano di riscuoterlo fino alla guerra, e poi tornarsene a casa. (Pur supponendo che queste fossero le loro intenzioni, ben diversamente opinavano le popolazioni delle provi ncie. Ne diedero una prova vivace il 23 novembre, quando i contadini del Salenti no si sollevarono contro i disertori, ne uccisero alcuni, e riportarono gli altri a Napoli. Avevano disertato perché non
glia in di patenti di Carbonari, e le ai bruciarono . Per minacce di Pepe, p. 144, la soluzione finale, p. 160; gli ultimi scontri avvennero i primi giorni di marzo, principalmente vicino all'ex'convenlo di Mater-Dei, con 5-6 morti. Ma B. aggiunge che nelle Provincie la Legione era ben diversa, e alle volte indistinguibile dalle milizie. Epperò furono sempre composte del proprietari meno ricchi, ce perciò considerati meno ai euri.
) Cfr. R. MOSCATI, Guglielmo Pepe, voi. I, 1797-1831, noma, 1938, pp. 134-5, 138-9. 145, 156-7.
Vi DunkBchrìften, p. 159.
S) I militi occorrono do tutte le parti, e mostrano buonissima volontà. Alcuni battaglioni di Calabria, d sono imbarcati al Pizzo per giungere più presto. Hanno pregato solamente di non esporli in campo aperto agli attacchi delle cavallerie. Benché le truppe mancano di varj oggetti e che non sono nemmeno come io credo pagati al giorno, la diserzione pero è nulla, giacché I Disertori sarebbero maltrattati nelle loro comuni, Lotterà, 2 mar. 1821, troppo ottimista per la data.