Rassegna storica del Risorgimento
DONIZETTI GAETANO; GIOVINE ITALIA
anno
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1970
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pagina
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78
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78 Alberto Agazzi
nnch'cgli carico dei pendagli delle onorificenze, splendeva come una cometa colla coda, benché fosse la prima volta che aveva il calvario di tutta quella roba impacciatile addosso. *)
Il Donizetti è impensabile che a Corte si occupasse di politica in senso attivo o, peggio, cospiratorie, benché nel frattempo a Parigi si usasse il suo indirizzo per corrispondenza tra mazziniani, come tra poco si vedrà; si occupava, invece, della sua Bergamo, già allora avvilita, pel camrain di ferro non concesso, che fu uno dei problemi più assillanti le città lombardo-venete attorno al '40, quando si delineò Videa di una direttissima ferroviaria Milano-Venezia. 2'
II discorso Mazzini-* Giovine Italia è da farsi, però, oltre che sull'Epistolario, sul Protocollo della Giovine Italia, i sei volumi magistralmente editi da Mario Menghini, quasi a completamento dell'Opero Omnia di Giuseppe Mazzini purtroppo ancora priva di indici analitici, che sono comunque in avanzata fase di allestimento. H Protocollo di cui qui si discorre, come è noto, è relativo alla Congrega Centrale di Francia: abbraccia il periodo 15 maggio 1840-6 aprile 18183' e fu tenuto, con scrupolosa esattezza da Giuseppe Lamberti, segretario della Congrega.
Munito di buoni, anche se non impeccabili indici, il Protocollo è ottima fonte per notizie relative un pò* a tutte le vicende polìtiche italiane: ed infatti vi son richiamati con altri Alessandro Bargnani e Gaspare Belcredi bei nomi questi ultimi nell'incipiente patriottismo lombardo.
A noi interessano, però, in questa sede, i richiami non infrequenti a personalità più eminenti, quali quella di Gaetano Donizetti e, con lui, quelle del fra-teUo Giuseppe e del nipote Andrea. Discorriamone brevemente.
Non si nasconde la singolare impressione che il lettore può provare nel ritrovare il nome di Gaetano Donizetti, di solito variamente abbreviato, in un documento del genere, che tanto sa di società segreta, per i suoi pseudonimi, per le annotazioni criptografiche, per i discorsi allusivi, propri di gente costretta a celare i suoi pensieri e le sue opere. E l'impressione è anche maggiore, se il lettore ha creduto di acquisire dalle biografie del grande musicista la convinzione che egli rimanesse più o meno estraneo, su tutto l'arco della sua vita, al moto nazionale. Sull'aria di una romanza donizettiana, si e visto, si cantarono nei moti del '31 gli ultimi aneliti del liberalismo carbonaro; ma ben altro discorso sarebbe su questo argomento da farsi per gli stessi Rossini e Bellini, non privi di espliciti contributi musicali assimilabili allo spirito della riscossa nazionale italiana.
Questo è vero, ma è anche vero che il Donizetti entrò in certo qtial modo, sia pure indirettamente, nell'atmosfera della Giovine Italia , attraverso la sua amicizia con Giovanni Raffini, che gli apprestò il libretto del famoso Don Pasquale e, perché no, a mezzo dello stesso Mazzini, non foss'altro perché questi trovò a sé congenialisshno lo spirito del Nostro, tanto da esaltarne l'arte nel noto articolo Filosofia della musica.
i) Gemo Zmoim, op. cit lctt. 424, p. 612; kit. 426, p. 614; leu. 633, p. 808.
2> GUIDO ZAVADIKI, op. , loti. 415, p. 602. Interessante nuche la lettera 474, p. 658.
8) Il 5 marzo 1848 la Giovine Italia cedette il passo alla Associazione Nazionale. Italiana,