Rassegna storica del Risorgimento
DONIZETTI GAETANO; GIOVINE ITALIA
anno
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1970
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pagina
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Donizetii e la Giovino. Italia
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È il primo, e mui il solo cenno alla malattia del Maestro. Dall'agosto 1845 il suo stato ai aggravò, ed esplose in tutta la sua violenza nella primavera del 16, come ì seguenti scarni drammatici cenni tristemente testimoniano. È il Lamberti che scrive a Carlo Fai trizi, tra l'altro pregandolo di dire A Sa j [ani], che non potei più riaver manoscritto Bua opera per Don iz [etti], il quale perde la testa e parti per guarire . " E due mesi dopo, ancora il Lamberti, in una lettera ad Emilio Sceberras, annota: Dica a Saj[ani] che do il dramma a Nic[ola]. Doniz[eiiil è perduto . 2>
Sarebbe interessante ritrovar queste lettere, qui estremamente riassunte nel Protocollo. Troveremmo probabilmente di che arricchire l'eco della drammatica vicenda del fatale declino del Maestro, quale è testimoniato dalla famosa lettera del Ruffini del mese dopo alla madre, in cui sono le note parole: Donizetti sta sempre di male in peggio... È passivo, non ha volontà, né quasi
1) Protocollo cit., voi. IV, p. 31. Lamberti a Luigi Carlo Fnrini il 13 marzo 1846. A questo proposito notevole la lettera 648, p. 823 all'amico maestro Antonio Dolci del 21 agosto 1845 dalla drammatica chiusa : I nervi sono in irritazione... pazienza ! La tomba 1 È finita.
2) Protocollo cit., voi. IV, pp. 63 e 65. Lamberti ad Emilio Sceberras il 16 maggio 1846. Nicola è il Fabrizi.
Vedasi infine sull'argomento Protocollo cit., voi. IV, p. 75, lettera del Lamberti a Luigi Montonino, ove si legge: Mandi Pallatle a Donizletti 1 Andrea qui, coll'arli-colo del Checcbetelli contro di questi . Giuseppe Cheectictelli insinuava nel n. 47 del giornale la Pallude del 17 febbraio 1847, che il nipote del Donizetti tenesse lo zio nel manicomio d'Ivry, al fine di meglio metter mono sogli averi del malato al momento, ormai prossimo, della morte, invece di riavviarlo al benefizio dell'aere natio , che il Maestro aveva in un lampo di improvvisa lucidità mostrato di volere, quando gli 6Ì parlò dell'Italia.
Sulla figura di Andrea Donizetti nipote sono alcune illuminanti notizie nell'epistolario dello zio, che qui si trascrivono con altre relative ai fratelli Giuseppe, allora a Costantinopoli, e Francesco, ammalato di idropisia a Bergamo : Giuseppe è candido di capelli, ma bianco e rosso e grasso come un tordo. Il figlio si laurea alla fine di queste in Genova..., Per me, prevedo la seconda gettata di veste e berretto, come fece tre anni sono... col vantaggio solo di far questo in presenza dei genitori...! Somiglia bastantemente di fisonomia all'idropico, sicché gran testa non ha al certo. Se lo porta con sé a Costantinopoli e fa bene, perché colà ha le sue proprietà . GUIDO ZAVADINI, op- cit., leu. 566 al cognato Antonio Vasselli, pp. 750-751 (Vienna, 14 giugno 1844).
fi da notarsi, infine, come Andrea (GUIDO ZAVADINI, op. cit., p. 142) partito il 13 novembre 1845 da Costantinopoli, chiamato a Parigi in soccorso dello zio Gaetano, non vi giungesse che il 25 dicembre, cioè dopo 42 giorni di viaggio, non si sa come speiL
Esiste, infine, al Museo Donizettiano di Bergamo un dagherrotipo raffigurante Andrea e lo zio Gaetano, visibilmente disfatto dal gravissimo male, che porta la nota: alla gentilissima Signora Rosa Basoni in segno di stima questo tristo ricordo offre Andrea Donizetti. Parigi 3 agosto 1847, A venne Chateaubriand n. 6 .
Ih; casa della Basoni, in Bergamo, fu accolto Gaetano Donizetti negli ultimi mesi di sua vita. Sulla fine del gronda musicista vedasi nell'epistolario le sconnesse lettere del Maestro. Esse lasciano aperto un ben più compiimi problema: quello della natura del male che porti il Maestro ancor giovane alla tomba. A chi scrive sembra si siano acquisiti ulteriori elementi per districare l'appassionati tu questione: ad uno psichiatra magari appassionato di musica hi sempre attesa ardua sentenza.