Rassegna storica del Risorgimento

ELBA STORIA 1849; REPUBBLICANI STORIA 1849
anno <1970>   pagina <85>
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L'isola d'Elba nel 1849
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il prete Cerboni* il dott. Papuceio, il custode (Iella cancelleria Perini l> ed anco il Gonfaloniere Mibelli .
Nella stessa lettera si notìfica al Governatore che i rivoltosi si riunivano seralmente nella bottega di caffè II Giglio in piazza d'Arme, dove facevano canti e motteggi contro i codini e che presso un certo Cristino Damiani si trovavano giornali e hulletiini provenienti da Livorno. -*
Il Governatore è invitato ad ordinare le più accurate indagini, interessando alla faccenda anche il pretore.
Buona parte degli individui citati si trovano elencati anche in una denuncia anonima del 12 maggio indirizzata al gen. Luigi Serristori. commissario straordi­nario della Toscana in nome di Leopoldo II, pochissimi giorni dopo la sua ve­nuta a Firenze;s) vi compaiono inoltre i nomi di Pazzaglia, aiuto speziale dello spedale militare , Arrighi, aiuto architetto regio , Francesco Peranzoni, ca­porale di sanità, Vincenzo Allori, padrone di bastimento, Ceccarelli, detto Baccalaretto , orefice. Per evitare che il paese cada in preda ad una san­guinosa anarchia , l'anonimo autore della denuncia suggerisce di prendere severi provvedimenti arrestando tutte le persone nominate, altri mandando in esilio; consiglia anche di chiudere le stanze nazionali che servivano solo a congiu­rare contro l'ordine e di sciogliere la Guardia Nazionale composta di quasi tutti rivoluzionari e repubblicani.
Il Governatore, rispondendo il 19 maggio al Landucci, deve onestamente riconoscere che per ora non si potrebbe constatare alcun fatto da formare subietto di speciale contestazione a carico degli individui segnalati; comun­que assicura che non tralascerà di sorvegliare rigorosamente e contìnuamente la loro condotta; intanto il pretore ha provveduto a cerziorare il conduttore del caffè H Giglio sui sospetti della polizia comminandogli il ritiro della pa­tente di biliardo qualora risulti che le riunioni che ivi si tengono sono preor­dinate al disordine ed al dileggio dei pacifici cittadini. Tutto però fa sperare prosegue il Governatore che non si debbano temere inconvenienti giacché tutti coloro che si erano mostrati contrari al governo Granducale si tengono ora in silenzio e si mostrano almeno in apparenza cittadini innocui .
Il Governatore spezza infine una lancia in favore del Confaloniere Do­menico Mibelli dichiarando che ritiene affatto insostenibile la qualifica di guerrazziano attribuitagli nella denuncia. La di luì gestione governativa in quest'isola come capo del Municipio palesò a tutti la onestà delle sue intenzioni che furono dirette sempre al pieno ristabilimento della nostra monarchia costi­tuzionale: lo che gli procacciò dagli esaltati la taccia di aver sacrificato le sorti del suo paese. Non può esser pertanto che l'effetto dell'invidia l'aver additato quest'ottimo cittadino che meritatamente gode la stima di tutti i buoni, come par* tifante di un uomo i di cui seguaci e fautori riuscirono sventuratamente a scon­volgere tra noi le più salde basi dell'ordinamento sociale.
Sembrava che il Ministro dell'Interno si ritenesse pago di queste assicu-razioni, quando ai primi di giugno un'altra lettera del Lambirci mette alle strette
i) Il suo nome non comparo più noi carteggi successivi perché suicidatosi dopo i primi arresti.
2) Archivio comunale di Portoferroio, Alti del Governo, Affari riservati, 1849, dal n. 69 al n. 95.
8) F. MAHTIÌM, opì rif p. 403.