Rassegna storica del Risorgimento
ELBA STORIA 1849; REPUBBLICANI STORIA 1849
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1970
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86
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86 Alfonso Predosi
l'autorità locale affermando ohe la città di Pnrioferraio non fu. tra le ultime a subire gli sconvolgimenti dell'anarchia e sarebbe ora improvvido consiglio esser dimenticati coloro che ve la esposero . Dopo questo preambolo, la lettera riporta i nomi degli individui indicati come principali agitatori: i due legali Gio Batta Grandolfi e Domenico Papuccio, certo Foresi detto Ninetto e Giovanni Zelmi copista di cancelleria. Il Governatore è invitato ad assumere ogni più esatta informazione sulla condotta dei divisati soggetti e di chiunque altro venisse dalla pubblica opinione designato aver presa parte attiva ai passati sconvolgimenti .
Da un particolareggiato rapporto del Censore querelante apprendiamo finalmente qualcosa di più concreto; finora si era trattato solo di vaghe indicazioni anonime, alle quali evidentemente si dava molto credito tanto che proprio da quelle denunzie cominciano le indagini della polizia.
Nel rapporto del cursore si viene con tutta certezza a concludersi e senza inganno a stabilirsi che i primi motori, i costanti sovvertitori ed i principali autori dei recenti anarchici politici avvenimenti sono stati: Gio Batta Grandolfi, Cesare Audiffred, Raffaello e Ulisse Foresi, Cesare Senno, Ferdinando Strina, Cesare Foresi detto Ninetto, tolti nati e domicili a Li a Portoferraio .
Il cursore passa quindi a precisarne i capi di accusa che consistevano nel-l'aver organizzato manifestazioni patriottiche prima in favore di Pio IX, poi della Costituente Montanelli e del Governo Provvisorio; quando era venuto a Portoferraio il Battaglione di volontari livornesi guidati dal Petracchi, *) si erano subito amalgamati passando le giornate in esultanze e gozzoviglie per la proclamata repubblica, impadronendosi del Forte Falcone; avevano quindi eretto in piazza d'Arme l'albero della libertà ed impedito successivamente che venisse abbattuto finché gli Austriaci non marciarono su Livorno.
Nonostante che il cursore abbia calcato un po' le tinte nel suo rapporto, le accuse non erano eccessivamente gravi: lo stesso pretore riconosce che all'Elba, nel breve periodo del Governo Provvisorio non si verificarono grandi soprusi e violenze suggerite da vendette personali come avvenne altrove; tutta* via ce n'era abbastanza per incriminare le persone denunciate, in un periodo in cui la reazione aveva tutto l'interesse di dare qualche esempio per ristabilire saldamente l'ordine così gravemente compromesso nei mesi precedenti.
Il cursore infatti suggerisce di prendere energiche misure contro gli individui segnalati e nello stesso tempo invita il Governo a richiamare severamente Tito Pazzaglia, il doti. Domenico Papuccio, Giuseppe Foresi, Leopoldo Cei, Cristino Damiani, Vincenzo Allori, N. Bellini, N.N. fornaio detto Baccalà-retto, Omero Corsi, Pasquale Capecchio, Angiolo e Vincenzo Foresi, come quelli che < secondariamente seguivano i faziosi che sopra, e che con discorsi, iattanze e fatti benché di poco rilievo si dimostravano repubblicani e avversi ai prìncipi, pari fi amen le alle persone di Leopoldo e suo governo .
*) Il Petracchi - - com'è noto - - venne all'Elba nel febbraio del '49, dopo che 31 Guerrazzi cosi comunicò al Governatore di Livorno: Il Miniatro inglese mi assicura essere il Granduca colla famiglia andato a Portoferraio. SI faccia tornare U < Giglio . Si mondino barche, navigli e altro con livornesi e nomini arrischiati a cacciar* nelo. Leopoldo non merita ospitalità sopra il suolo toscano, dopoché con tanta ingratitudine e nera perfidia lui corrisposto alla fede del popolo.. Firenze, 11 8 febbraio 1849 . (F. MAUTINJ, op. cit., p. 419).