Rassegna storica del Risorgimento
ELBA STORIA 1849; REPUBBLICANI STORIA 1849
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1970
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I/isola d'Elba nel 1849
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Pertanto il Governatore dispone l'arresto del Pazzaglia, del Pellegrini e del doti. Damiani che vengono relegati nel Forte Falcone, mentre per don Alessandro ravvisa l'opportunità di denunziare la sua riprovevole condotta al suo superiore ecclesiastico perché provveda ad imporgli il ritiro a San Vivaldo.
In quegli stessi giorni anche a Longone vengono esperite indagini sul conto del doti. Luigi Lari, Angiolo Rebua e Saverio Fontana in seguito a denuncia anonima; ma poiché non emerge niente a loro carico, il Governatore si limita a prescrivere una cauta, continua ed efficace sorveglianza dei denunciati .
Dal Ministero dell'interno viene intanto segnalato che alla Marina di Marciana durante gli infelici tempi sarebbero stati consumati i seguenti reati: 1) che un'effigie di Leopoldo II fosse gettata a terra e con obbrobrioso disprezzo vilmente calpestala. 2) che venisse esplosa un'arma da fuoco contro un busto rappresentante il nostro augusto sovrano. 3) che avvenuta la Restaura* sione e precisamente al tempo della commissione governativa toscana, in occasione di una predica fatta al pie del così detto Albero della Libertà si diceva al pubblico i più insultanti discorsi a carico del Granduca e della sua imperiale famiglia .
Naturalmente di tutto questo fu possibile appurare solo che il doti. Luigi Mazzei Bruschi avesse predicato a pie del così detto albero della libertà pronunziando discorsi a carico della dignità del principe e del suo governo, per cui era stata ordinata la verificazione del fatto a termine della legge 26 luglio p.p. .1>
Le indagini proseguono anche a Portoferraio; da un rapporto del pretore risulta che molte erano le persone accusate, ma non sempre le accuse risultavano vere, né così gravi da richiedere l'intervento della polizia, Per contentare costoro osserva il pretore riferendosi ai delatori sarebbe occorso quasi quasi vuotare hi città di Portoferraio ed essere piene le prigioni .
Nello stesso rapporto si parla del doti. Domenico Papuccio e del doti. G. Battista Gemelli, del farmacista Tito Pazzaglia che era solito vomitare imprecazioni contro la persona del principe, di Crislino Damiani, intermediario del Guerrazzi durante la sua prigionia elbana,2) di Giuseppe Foresi, già guardia municipale, compromesso nell'occupazione del Forte Falcone, del barbiere Gio-vacchino Bianchi, il quale anche se non è vero che obbligò il prete Pagni e molti altri a baciare l'albero della libertà, tuttavia è uomo di dubbia fede, im-brancato continuamente con coloro che sono avversi al Governo, ed andò a riverire il Guerrazzi a Firenze quando era dittatore.
Di grande interesse è il rapporto del 6 luglio al Ministro dell'interno, col quale il Governatore fa il punto sulla situazione: L'avvocato Filippo Pellegrini, il doti. Enea Pazzaglia e Giovanni Damiani del Castello di Rio sono i soli individui latti arrestare come pericolosi in primo grado al consolidamento dell'ordine non essendo occorso il bisogno di dare a siffatte misure una maggiore estensione, dopoché per interesse del potere ordinario furono ristretti nelle carceri i noti perturbatori marci anesi, prete Domenico Sardi, Lorenzo Mannucci, Vincenzo Tagliaferro, Marco Bianchi e Anselmo Tancredi e dopoché imbarcarono volontariamente da questa ìsola prendendo passaporto per Civitavecchia i
i) Apprendiamo da mi successivo rapporto che < gli atti contro Luigi Mazzei Uniscili non offrivano nessun elemento di prova del fatto obiettato, tantoché non avevano avuto luogo neppure le contestazioni.
2) GIUSEPPE PATINI, La prigionia elbana del Guerrazzi nel 184 in Rivista di Livorno, 1959, n. 3-4, p. 149.