Rassegna storica del Risorgimento

ELBA STORIA 1849; REPUBBLICANI STORIA 1849
anno <1970>   pagina <90>
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Alfonso Preziosi
capi perturbatori di questa città Gio Batta Grandolfi, Raffaello e Ulisse fratelli Foresi, Cesare Foresi, Cesare Andiffred, Cesare Senno e Ferdinando Strina . Nello stesso rapporto sì fa menzione di un tal Francesco Laccbini di Capo* liveri, fuggito a Santo Stefano per evitare l'arresto, perché dopo l'avvenuta Re* Staurazione si era mostrato avverso al regime granducale, facendo discorsi sov­versivi e calpestando lo stemma apposto alle leggi e ai proclami
In una lettera del 2 giugno, il Landucci notifica al Governatore che gli ri* su Ita non essere stata fatta contestazione alcuna alla maggior parte delle persone arrestale per cause politiche; dopo aver censurato questa omissione, il Ministro ordina in modo perentorio al Governatore di affrettarsi a disporre che vi sia immediatamente supplito e che ciò non abbia a rinnuovarsi per il tratto suc­cessivo .
Cominciano allora le difficoltà per l'autorità giudiziaria; il pretore, invi­tato ad ottemperare agli ordini ricevuti da Firenze, non dissimula la probabile difficoltà di raggiungere una prova completa degli addebiti e dell'avversione al regno ricostituito, avendo l'esperienza dimostrato che non sempre riesce di porre in essere per via di nn processo anche le cose che sono di pubblica notorietà . 11 Governatore si affretta a far presenti al Landucci le riserve avanzate dal pre­tore, avendo ormai una dolorosa esperienza dimostrato che in affari di que­sta natura è più facile trovare segreti delatori che fidefacenti coraggiosamente devoti alla verità . Ma il Landucci ribadisce l'ordine di effettuare gli accerta­menti e di comunicare gli addébiti ai prevenuti; nella stessa lettera richiama l'attenzione del Governatore sui dottori Papuccio e Gemelli e su Cristmo Damiani, i quali sono stati designati al Ministero come pregiudicatissimi in materia politica e meritevoli di essere investili di qualche misura preventiva.
Verso il 10 luglio cominciano a tornare all'Elba alcuni di coloro che erano andati in volontario esilio a Civitavecchia; il primo fu Giovanni Mibelli, detto Vecchietti; appena gli viene segnalato il suo ritorno dall'Ufficio di Sanità, il Governatore ordina che gli sia fatta subito comminazione dell'immediato arre­sto e carcere, dando luogo a sospetti colla sua condotta.
Intanto i familiari degli altri esuli maggiormente indiziati presentano pe­tizioni al Governo intese ad ottenere per i loro cari il permesso di tornare all'isola d'Elba.
Il 25 luglio Ulisse e Cesare Foresi e Cesare Andiffred, rientrati da Civita­vecchia, per evitare l'arresto ottengono a loro richiesta di trasferirsi in domicilio coatto all'isola di Pianosa. H Landucci appena conosciuta la notizia scrive al Reghini-Costa una lettera assai risentita, facendogli notare che questo costituisce indoverosa e ingiustificabile eccezione a quello in ogni altro luogo e a riguardo di chicchessia praticato... Onde il Ministero non può dispensarsi dal pronunziare un'aperta e franca disapprovazione sul sistema medesimo, persuaso che la cosa non abbia a ripetersi. Il Governatore cerca di giustificarsi addu-(fendo come pretesto il desiderio di usare nei riguardi dei tre prevenuti un temperamento che sembrava conciliare il fine medesimo della carcerazione, senza gli inconvenienti e i pericoli derivati dalla difficoltà di garantire la cu­stodia dei detenuti.
Dopo questo precedente, quando di lì a poco tornano da Civitavecchia anche il Grandolfi, il Senno e Raffello Foresi, vengono subito associati al Forte Falcone.
Verso la fine di agosto si cominciano ad espletare le pratiche per il rilascio dei prigionieri; il primo decreto riguarda il gruppetto dei repubblicani di Rio: