Rassegna storica del Risorgimento
ELBA STORIA 1849; REPUBBLICANI STORIA 1849
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1970
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Uhola d'Elba nel 1849
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ti Pazzagiia è subito scarcerato giacché la maggior parte dei testimoni lo aveva gin dicalo mi cittadino onesto e piuttosto zelatore dell'ordine che fautore di agitazioni popolari; anche se gli venivano attribuite massime e tendenze repubblicane, V'addebito principale risultato dall'istruttoria era stala la intimità con altri soggetti di sospetta fede politica. Più gravi le accuse rivolte al Pellegrini, che aveva mostrato avversione al Governo monarchico costituzionale e tendenze repubblicane e anarchiche, sia col farsi lodatore in pubblico della ribellione dei Livornesi, tanto da voler lacerare un proclama col quale il Granduca invitava le Guardie Nazionali toscane a riunirsi a Pisa per una dimostrazione armala contro l'anarchia di Livorno; sia col prendere parte principale alle dimostrazioni di esultanza che si facevano per celebrare i fasti del cessato Governo Provvisorio, sia perché in epoca non remota aveva richiamato altre volte l'attenzione dei tribunali sulla sua condotta politica per discorsi sediziosi ed eccitamenti sovversivi. Anche il dott. Giovanni Damiani era predicato dalla fama per uno dei più fanatici partigiani del cessato Governo Provvisorio e della repubblica di cui predicava, esaltandoli in pubblico, i pregi e i vantaggi, insinuando nel popolo princìpi e massime di licenza e di sovversione. L'interesse che egli prendeva dei ribelli Livornesi condotti dal celebre Petrocchi alla Marina di Rio per impedire che ivi approdasse il profugo sovrano legittimo, L fanatismo che mostrava leggendo i giornali e specialmente l'incendiario Corriere Livornese ad ogni notizia favorevole al partito della repubblica, erano tulli riscontri che emergevano a suo carico . Per tali imputazioni il Pellegrini e il Damiani furono condannati ad un altro mese di carcere oltre quelli già scontati.
H primo settembre si tenne a Portoferraio il processo contro i repubblicani marcianesi, già assolti dal tribunale ordinario, ma trattenuti in carcere per ordine del Governatore. Oltre il Sardi, il Tancredi, il Tagliaferro e il Man-nucci, furono giudicati con la medesima procedura ed assolti Augusto Carne* vali, Giovanni del fu Giacomo Carnevali, Giovanni di Francesco Carnevali, Giuseppe Cherubini e Marco Bianchi, l'ultimo a piede libero, gli altri in contumacia. La sentenza prevedeva che i primi tre, ancora detenuti a Volterra dovessero essere liberati con l'intimazione di far ritorno in patria e di presentarsi al tribunale di Portoferraio onde trasmettere loro formali prescrizioni dirette a contenerli nell'osservanza dell'ordine e della quiete, nonché nel rispetto del legìttimo governo e nei doveri dell'onesto suddito e cittadino, con la minaccia, non obbedendo di incorrere nell'arresto, carcere e allontanamento dall'Elba per la durata di un anno . Ad analoghe prescrizioni dovevano essere sottoposti gli altri contumaci e il Mannucci che doveva ancora subire un processo presso la procura generale di Lucca per delitto di stampa quando fossero tornati all'isola d'Elba.
Nello stesso periodo, dopo 40 giorni di carcere, viene liberato Cesare del fu Pietro Senno, di anni 29 designato dalla pubblica fama per un giovane esaltato In politica e fanatico per la repubblica, ma contro il quale niente di concreto era emerso in fase istruttoria. Con sentenza del 12 settembre è abilitato dal carcere anche Raffaello Foresi, lasciando ai pretore la facoltà di trasmettere gli atti ad esso relativi al procuratore del tribunale di prima istanza per ulteriore sfogo di giustizia ìu quanto gli veniva addebitata una contravvenzione > in materia di stampa. *)
i) Aveva controfirmato uno scritto < Agli elettori dell'Isola dell'Elba , stampato a Firenze il 16 febbraio 1849; seconde quanto si logge nella sentenza, tale