Rassegna storica del Risorgimento
SOCIET? SOLFERINO E SAN MARTINO
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1970
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101
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La Società Solferino e San Martino 101
U periodo della piena autonomia della Società in Padova, fn ricco d'iniziative e di attività dovute oltre che al Presidente Torelli e al suo successore sena* tore Vincenzo Stefano Breda, anche al generoso patriota ed insigne studioso prof. Nestore Legnazzi della Università di Padova, che, come Vice Presidente e Segretario, resse la Società dalla fondazione fino al 1901, epoca della sua morte.
La Società Solferino e S. Martino, pur conservando la sua personalità giuridica, nel 1936 veniva incorporata, nel Comitato di Milano dell'Istituto per la storia del Risorgimento italiano; riprese la sua autonomia con sede in Padova, dopo il 1945.
Il periodo milanese fu fecondo di opere dal punto di vista storico; vennero incrementati e sistemati i Musei con il generoso contributo degli enti lombardi e per l'impulso del presidente del Comitato di Milano, il sen. Giuseppe de' Capitani d'Arzago.
Il Museo di Solferino, progettato dall'ing. conte Antonio Lechi, della nobile e benemerita famiglia bresciana, fn inaugurato nel 1931 e in esso venne sistemata quasi tutta la collezione del comm. Gaudenzio Carlotta di Cavriana, encomiabile cittadino, che spese tutta la sua esistenza nella raccolta di cimeli e documenti della storica battaglia.
Successivamente, nel 1939, venne inaugurato il Museo di San Martino progettato anch'esso dal Lechi e in questa nuova sede, sotto la guida di Antonio Monti, l'apprezzato studioso, direttore del Museo del Risorgimento di Milano, trovò dignitosa sistemazione la ricca raccolta dei ricordi e documenti che si trovavano nel museo di Padova. I)
La Società curò anche la compilazione di tabelle commemorative e di uno schedario generale dei Corpi che presero parte alle varie campagne del Risorgimento e dei loro comandanti. Lo schedario servì per l'organizzazione dei premi di Solferino, e San Martino che a partire dal 1871 venivano estratti il 24 giugno a favore dei veterani delle patrie battaglie.
Memorabile rimase la celebrazione del cinquantenario; non ancora è spenta l'eco delle solenni rievocazioni del centenario, avvenute alla presenza dei Capi di Slato di Francia e d'Italia, Charles De Ganlle e Giovanni Gronchi, il 24 giugno 1959.
Antonio Monti aveva curato la segnaletica della zona di San Martino; nel 1959, la Società provvedeva ad integrarla, estendendola a tutta la zona, con il concorso delle Amministrazioni provinciali di Mantova e di Brescia. Nel vasto teatro della battaglia sorgevano così cippi a ricordo di tutti i fatti d'arme. La sicurezza della ricognizione è dovuta all'alta competenza del prof. Piero Pieri che la ideò in collaborazione con il prof. Carlo Pischedda e con il conte Fausto Lechi, Vice Presidente della Società.3)
Il 24 giugno 1961, a ricordo del centenario dell'unità dltalia, nell'atrio della Torre di San Martino fu collocata la riproduzione in bronzo del busto di Cavour esistente nella loggia del Municipio di Brescia, opera dello scultore bresciano Emanuele Marchetti, combattente volontario a Roma nel 1849 e nel 1859.
Nel 1961, in occasione delle celebrazioni che la nativa Savoia tributò al gen. Mollard, la Società pose sulla sua tomba, ad Albens un'urna contenente la
0 Armino MONTI, Dove il 24 giugno 1859 ai è fatta l'Italia. La Battaglia di San Martino nella sua importanza storica, politica e militare, Milano, 1940.
2) EMILIO FABIO, Un museo alPoperto, in Rassegna storica del Risorgimento, 1959, pp. 239-240.