Rassegna storica del Risorgimento

SOCIET? SOLFERINO E SAN MARTINO
anno <1970>   pagina <118>
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Libri e perioditi
poteva certamente rispecchiate più la volontà del governo di Vienna quando la guerra era stala da lui vinta. Con l'avvento di Luigi Napoleone Bonaparte l'A. chiude il suo meritorio lavoro. Tale avvento non significa solo la chiusura del fatidico 1848, ma si­gnifica la fine della repubblica e l'inizio della strada che porterà all'impero. Quindi altri uomini anche se. nel caso specifico, non fu subito del tutto altra politica.
Esposto in tal modo il pensiero deU'A. r~. al cui lavoro è stato conferito il pre­mio delLVIcndémie des Sciences Morale* et Politigues non resta che tirare le con­clusioni, le quali non possono essere che altamente elogiative per questo volume ricco di materiale nuovo e scrìtto con molta partecipazione da parte di F. Boyer. Anzi questa < partecipazione qualche volta suona un po' difesa a oltranza dell'operato dei ministri francesi: di Laniartine prima, di Cavai gnac e, soprattutto di Bastìde. poi, L'A. per respingere le accuse rivolte contro la politica francese (accnse cui si è ac­cennato all'inizio) se ne assume la difesa in toto: spesso con ragione, qualche volta senza convincere del tutto il lettore. Per contro, l'A., non senza ragione* attacca spesso la politica inglese, e tuttavia anche in questo caso, l'attacco non è sempre sorretto da una completa conoscenza della politica inglese vista da Londra. Egli infatti, almeno a quanto risulta dalle citazioni, si fonda sul volume del Greer per vedere la politica di Palmerston, ma non cita mai i Blue Books, non cita il volume di corrispondenza del ministro britannico a Torino, Ahercromby, edito dall'Istituto storico italiano per l'Età moderna e contemporanea e da me curato; non cita il volume del Taylor ed i meritevoli studi del Barìè. Osservazioni queste che si fanno per dovere ed onestà di recensore, ma che certo non sminuiscono il valore di questo libro che rimarrà il volume fondamentale, indispensabile a quanti vorranno conoscere la politica della Francia nel corso del fatidico anno che vide sorgere e poi tramontare le speranze di una immediata realizzazione dello Stato nazionale su base parlamentare con spinte verso una strutturazione democratica della società.
Nell*/frc7uio storico messinese del 1968 il nostro A. ha pubblicato i rapporti del marchese Alberto Ricci da Parigi nell'agosto 1848: altra benemerenza del Boyer che qui ci piace segnalare a complemento di questa recensione.
FEDERICO CURATO
OTTAVIO BARIÉ, L'Inghilterra e il problema italiano nel 1848-1849. Dalle rivoluzioni alla seconda Restaurazione (Istituto di studi storico-politici. Università di Roma. Fa­coltà di Scienze Politiche, 13); Milano, Giuffrè, 1965, in 8, pp. VUI-298. L. 2.400.
Questo volume è il proseguimento e la conclusione della ricostruzione della poli­tica inglese di fronte al primo atto del processo dell'unificazione italiana iniziata dal Barié con l'importante monografia L'Inghilterra e il problema italiano nel 1846-1848. Dalle riforme alle costituzioni (Napoli, 1960), recensita in questa rivista da Raffaele Colapietra (a. XLVUI (1961), pp. 709-712). II Barié, allievo di Franco Valsecchi, è uno tra i più valorosi cultori di storia internazionale del problema del Risorgimento ita­liano : ! suoi numerosi studi di interpretazione della politica britannica di fronte alla problematica risorgimentale attestano la vitalità di un contributo di prim'ordine, so­prattutto perché egli sa unire al dominio sicuro della materia una non comune com­prensione della situazione e della mentalità inglesi di quel tempo. Allo studio di que­sto grosso problema l'A. era stato avviato da Federico Chabod, guidato da Sìr Charles Webster, consigliato metodologicamente dal Valsecchi. Si tratta di un lavoro basato sull'esplorazione di molte fonti inedite, effettuato a Londra, presso il Forcign Office (Public Record Office) e presso altri archivi britannici, italiani e austriaci. L'A. ha utilizzato i documenti relativi alla missione Minto, le carte Palmerston, le carte Rns