Rassegna storica del Risorgimento
SOCIET? SOLFERINO E SAN MARTINO
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1970
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Libri e periodici
cèrto dei più allettanti. A Venezia l'archivio è molto ricco e in buono stato di con* servandone; una consistenza buona o discreta presentano pure gli archivi di Belluno, Mantova, Padova, Treviso, Verona, anche se in varia misura lacunosi, (a Padova, per esempio, l'archivio di gabinetto del commissario è praticamente inesistente); ma a Rovigo, Udine e Vicenza gli eventi bellici e l'incuria degli uomini si sono alleati portando alla completa distruzione non solo delle carte dei commissari, ma anche di quelle della delegazione austriaca e della prefettura italiana per tutto il secolo XIX.
Gli inventari degli archivi dei commissari formano l'oggetto del primo volume, e sono preceduti da introduzioni, di varia mole e di impegno ineguale, intese a de* lineare le vicende politico-amministrative di ciascuna provincia dalla partenza della autorità austriaca fino alla instaurazione dell'amministrazione ordinaria italiana. La più lunga e impegnativa di tali introduzioni è quella che Lilliana Fortunato Vitale ha de* dicalo a Venezia, e che tratta in realtà parallelamente sia delle vicende della provincia di Venezia, sia delle più generali, questioni connesse alla unificazione politica e amministrativa delle Provincie venete e di Mantova (I, pp. 3-60). Questa scelta dei redattori, par di capire dalla prefazione, sarebbe dovuta principalmente al fatto che il regio commissario in Venezia, Pasolini, fini col trovarsi di fatto in una situazione per alcuni aspetti di rilievo regionale, sia per la importanza stessa della città, sia per la impossibilità di sopprimere immediatamente tutti gli unici del " regno lombardo-veneto " ancora esistenti in Venezia (I, p. XIII). Non possiamo dire che questa scelta, e le motivazioni addotte, ci convincano pienamente. V'è in realtà tutta una serie di fatti, di problemi, di provvedimenti per esemplificare: la commissione per l'ordinamento provvisorio delle province liberate, la definizione della figura e dei poteri del commissario regio, gli orientamenti e le scelte del governo su modalità e ritmo dell'unificazione amministrativa, i decreti del 10 ottobre, la cessione e retrocessione del Veneto, il plebiscito, le prime elezioni amministrative e politiche, la estensione con modifiche della legge comunale e provinciale del Regno che interessano in egual misura tutte le province venete e di Mantova e la cui trattazione pertanto, a nostro parere, meglio sarebbe stato riservare ad una introduzione generale distinta dalle introduzioni alle singole province. Né, riteniamo, sarebbe stato difficile inserire in questo quadro, con gli opportuni riferimenti, anche la trattazione di quei pochi momenti in cui il commissario regio di Venezia assunse una posizione di rilievo regionale. Infine, sul piano puramente cronologico, è da ricordare che il problema dell'ordinamento provvisorio si presentò fin dal luglio 1866, mentre il commissario di Venezia non venne insediato che il 13 ottobre. In ogni caso, si tratta di obiezioni che non incidono minimamente sul valore del lavoro della Vitale, la quale anzi ba saputo assolvere pienamente al non facile compito e ci ha dato, con la sua introduzione a Venezia, un saggio di storia amministrativa di notevole livello. Da segnalare anche, per il riuscito impasto fra storia amministrativa e storia politica, l'ini rodu/ione a Belluno, dovuta ad Alberto Mario Rossi. Accanto alla bibliografia essenziale elencata nel primo volume (pp. XXI-XXIV) è da tener presente anche la vecchia biografia del Mordini di MICHELE ROSI, II Risorgimento italiano e l'opera d'un patriota cospiratore e soldato (Torino, 1906), che contiene parecchi documenti relativi al commissariato regio a Vicenza.
Quanto alla inventariazione il criterio seguito, si legge nella prefazione, ce stato quello di ricostituire, fin dove possibile, l'unità dell'archivio del regio commissario (I, p. XIV). A tal fine la ricerca e l'inventariazione sono state estese nella più parte dei casi anche ad archivi e biblioteche comunali e, laddove esistono, agli archivi privati dei commissari (Pasolini, ZnnardeUi, Pepoli, Sellu. Resta purtroppo escluso dall'inventariazione l'archivio Mordini, noto per essere pressoché inaccessibile ad archiviati o studiosi). L'inventariazione è molto accurata, tanto da farci rimpiangere, come ricercatori particolarmente interessati a questo tema, che essa non sia stata estesa anche ad altri fondi, pubblici o privati, di fondamentale importanza per il pe*