Rassegna storica del Risorgimento

BANDIERA (FRATELLI)
anno <1919>   pagina <616>
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5S g. Sforza
oiampe, fratello del fu mio padre, ed egli era pure tenente del Reggimento Real Corso al servizio degli Inglesi. La vigilia della battaglia molti corsi che si trovavano ai p avanzati davano no-tizia dell'uno e dell'altro fratello, parente, ecc. Mio zio e mio padre esortarono i loro compagni a dar prove del loro carattere citando il loro esempio. Eglino furono ambedue feriti nella stessa azione. Il fu mio padre guari e il fu mio zio preferì la morte all'amputazio­ne della gamba. Signori, ecco gli effetti delle rivoluzioni, il coraggio, la fedeltà e il carattere dei corsi e dei Bocchecianipe.
Signori, se io godo di una pensione speciale della Regina di Inghilterra lo devo ai servizi, ai coraggio, alla fedeltà del fu mio padre, il quale mi apprese fino dalla mia infanzia ad amare, rispet­tare e sacrificare la mia vita per li augusti Borboni, come non esitai un istante allorché l'occasione si è presentata.
Io dunque, o Signori, non lo nascondo, oltre avere servito al mio primo dovere servendo l'augusto sovrano Ferdinando II0, cer­cai quella vendetta che non si può estinguere nel sangue di tutti quelli della mia nazione, come ben si sa. Preparai quindi il mio piano e decisi di adoperare ogni arte per sapere da questi signori tutto quello che si macchinava contro il G-overno, per poi partire e scoprire la trama che si ordiva, facendo credere, come già crede­vano, che io mi sarei prestato ai loro disegni e che gli avrei poi raggiunti nelle montagne di Cosenza, dove si proponevano di an­dare. Ma loro, o Signori, non approvarono la mia partenza, ed io mi decisi di partire segretamente alloréhè sarei stato sicuro della loro, la quale non era ancora fissata. Noleggiai dunque una piccola barca e raccomandai al capitano di tenere il segreto, facendoli cre­dere che se i miei amici avessero saputo che io partivo mi avreb­bero caricato di commissioni e mi avrebbero fatta costar cara la vigilia della mia partenza, come si costuma.
Qualche giorno prima della partenza io pregai il capitano che mi portò se mi voleva sbarcare sulla terra più vicina, onrendogli una ragionevole somma di danaro e facendogli credere che avendo io promesso di sposare una signora del paese, in onore ed in co­scienza non potevo, dovendo far parte della spedizione rivoluzio­naria, come egli ben sapeva e per non avere imbarazzi mi era d'uopo partire, essendoché la partenza di questi signori poteva ri­tardare più di un mese. Egli mi rispose che non poteva servirmi, perchè aveva il suo bastimento carico di gl'ano ; e soggiunse che