Rassegna storica del Risorgimento

BANDIERA (FRATELLI)
anno <1919>   pagina <617>
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Nuovi documenti sulhccidio des fratelli Bandiera ecc. 6Ì7
essendo arrivato un bastimento napoletano potevo partire subito, offrendo al capitano il benefìzio ch'egli avrebbe potuto ricavare di un carico di tartarughe, motivo per ani egli doveva trattenersi qualche tempo in Corfu. Ma diceva egli per quest'affare sarebbe bene di parlarne all'agente dei Consolato di Napoli- Io mi diressi subito da lui, raccomandandogli il segreto e facendogli credere che si trattasse di un semplice intrigo amoroso. Il tempo, o Signori, mi tradì, e mentre io mi occupavo di questo ricevo l'avviso della par­tenza. Il punto della riunione era il Cannone, il bastimento era alla * vela che aspettava ed io (mi si diceva) all'ora fissata non dovevo mancare. Allora andai subito con un mio amico in un luogo no­minato Manducchio per trovare il capitano della barca che aveva già noleggiato e cercar di farlo partire la sera stessa, ma per di­sgrazia egli.era andato a bordeggiare con vari suoi amici e non ritornò che tardi.
Io ero persuaso, o Signori, e con ragione, che con una piccola barca, senza carico, con vele, con otto o dieci remi e con dei buoni marinari, quali lo sono tutti quelli di quel borgo, io sarei arrivato assai prima di questi signori, benché si partisse più ore dopo. D. capitano non arrivò che un'ora dopo la partenza fissata da questi signori e non potendo partire mi decisi andare al rendes - vous, persuaso che questi signori sarebbero già stati alla vela. Io feci questo per non perdere la confidenza del sig. Attilio, dal quale sperava di sapere qualche cosa che potesse interessare la mia mis­sione. Presi dunque le mie armi, dissi al capitano e scarparo di aspettarmi una mezz'ora e montai in carrozza. Strada facendo, in­contrai con mia gran sorpresa il sig. Attilio ed altri, che se ne ritornavano, dicendomi essere traditi dal capitano, essendo che non aveva inviato la barca per prenderci, come aveva promesso. Io al­lora montai in carrozza e ritornai a casa per combinare ool capitano di partire al più presto possibile, e per essere più sicuro m'incaricai di ferii segnare le sue carte dai Direttore generale di Polizia. Il giorno seguente incaricai mio fratello per le earte del capitano e per il mio passaporto, ed io mi preparai per la partenza, e mio fratello andò all'uffizio della Sanità, ma il Direttore era uscito in quel momento, andò alla Polizia e la pregò per le earte, ma egli essendo occupato non poteva, ritornare a bella posta all'uffizio della Sanità e disse a mio fratello di ritornare il giorno seguente. Io feci tutto il mio possibile per partire, ma fu inutile. Il capitano non tradì, come si credeva, ed io ricevei l'avviso ohe a sera si