Rassegna storica del Risorgimento

VECCHI GIOVANNI ; TOMMASEO NICCOL?
anno <1919>   pagina <628>
immagine non disponibile

628
. Caneoazzi
morie della B. Accademia di Modena, prodotta poi da periodici e ripubblicata in appendice al volume 'Citato delle Panie,
I migliori letterati ebbero elogi per il Vecchi ed alcuni anzi esagerarono nelle lode, Sia la concordia del giudizio favorevole prova che la nobiltà della Musa del poeta trascendeva il comune e che era degna di considerazione particolare, come contenuto e come forma. Lo elogiarono il Oagnoli, il Giordani, il Guadagnoli, il Tommaseo., il Mamiani, il D5Azeglio'! (Éuliani, il Yannucci, il Bianchì, il Thouar, il Oarcano, 1' AÌecdi, il Trezza, il Bertoldi, la Molino - Colombini, la Eicei, 'la Rossi -Gabardi, jà Cassiani, il Ferrari, il Fanfani, il Minghetti, lo Zini, il Rapisardi 2 e cento altri. Nò mancò chi a lui fece dedica di proprii lavori, quali -Jìi' Brugrioli, il Peretti, B. Gatelani, il RaffaelU, il Sapio. A. Namias riproduceva alcune poesie del Vecchi nel suo Parnaso Modenese (Modena 1880). Appartenne a "rconsessi acccademici diversi.
Giovanni Vecchi, morto a Modena il 29 dicembre 1886, lasciava per disposizione testamentaria che i libri, le carte di sua proprietà
-1- Atto Vanii ucci nei suoi Martiri (voi. HI, pag. 24, ediz. 1880, Bortolotii, Milano) cosi ritrae il nostro, quantunque con qualche Inesattezza: Giovanni Vecchi aveva avuto parte principalissima nel preparare la rivoluzione a Scan­diano il831). Al ritorno del Duca si salvò, vivendo per un anno randagio sull'Appennino, e governandosi con prudenza superiore ai suoi giovani anni. Poi, nelle tristi vicende della patria flagellata dal Duca, nutrì cogli studi e serbò ferma la sua antica fede all' Italia libera dalla tirannide straniera e do­mestica. E ora vecchio, dura col medesimo animo, e scrivendo nobili poesie ispirate da nobilissimo amore di patria, mostra come la generazione che ha fatto l'Italia intenda l'educazione delle generazioni novelle... .->>
211 Rapisardi, inviando anzi certi suoi lavori poetici al Vecchi chiedeva consigli desideroso, diceva, di migliorare le qualità della propria poesia. Lo stesso scriveva Le dirò che la canzone a Napeleone III, mi ricorda l'ardimento generoso di Foscolo e ..prego- lddióhe raostjri poeti sapessero tutti parlare si libero,1 e ilgnrlioso -linguaggio .al potenti della terra Quando poi il Vecchi pubblicava la canzone a Massimo D'Azeglio, intorno ad essa il Rapisardi scriveva questo stelloncino bibliografico anonimo nella Gazzetta detta Provincia di Catania, anno 1, n. 118, 8 nov. 1867: Adesso che i gran­di sono rari, è utile dìvJsamento e patria carità dell'arte il ricordare agli Ita­liani gli esempi di quelli che furono. E ciò ha fatto degnamente il Vecchi con una serie di Canzoni civili, che Italia ha viste mano mano apparire, nelle quali è a buon diritto da ammirare la maschia virtù dei sentimenti, spo­sata a nobile e gagliarda verseggiatura e a quella severa e misurata parsimo­nia ed esattezza di parole, che qualche Giove tonante del nostro Parnaso ha sciaguratamente insegnalo a disprezzare.,.,,.