Rassegna storica del Risorgimento
VECCHI GIOVANNI ; TOMMASEO NICCOL?
anno
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1919
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pagina
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630
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630 .. i
anevazzi
1.
Preg.mo Sig.
La sua visita m'avrebbe onorato, la sua modestia onora Lei grandemente. Nei versi a me par di vedere, con la nobiltà dell'affetto, evidenza e accuratezza di stile, rade volte turbata da concetto o da suono languido o incerto. Non lasci l'impresa : ma feccia in modo che i versi non Le vietino consolare con l'arte sua gli umani dolori. l I medici religiosi e di cuore son più rari forse degli scrittori valenti. E lo scrittore dall'esperienza del bene, dall' osservazione della vita, acquista all'ingegno sicurezza, autorità alla parola e quel possente temperamento della parsimonia] con 1' abbondanza che i libri non danno. Io invidio chi sa una professione, un' arte, un mestiere qualsiasi e mi parrebbe che se due ore del giorno spendessi in piallare o in far pane sarei scrittore più degno.
Perdoni l'audacia del consiglio. Il suo
dev. mo obb. TOMMASEO 24 ag. '43, [Venezia]
Al Sig, Doti. Giovanni Vecchi Scandiano.
IL
Preg.mo Sig.
La sera dalle otto alle dieci io son sempre in casa. Se sapessi l'ora, verrei io a ringraziarla dei snoi versi ed a rallegrarmene.3
TOMMASEO 21 ag. '46, [Firenze]
Al preg, Sig. Giovanni Vecchi Pensione Svizzera.
i A Vecchi aveva mandato al Tommaseo la sua poesia : Per l'adunanza degli scienziati in Padova nel settembre 1842 e forse altre insieme.
2 Momentaneamente il Tommaseo era venuto a Firenze e vi trovava il Vecchi. Non è facile intendere a quali versi alluda lo scrivente.