Rassegna storica del Risorgimento

AMERICAN PHILOSOPHICAL SOCIETY DI FILADELFIA CARTE FABBRONI; FA
anno <1970>   pagina <543>
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Giovanni Fabbroni e i fratelli Humboldt 543
e menzionava la scalata del Cliimborazo, che l'illustre viaggiatore considerava a torto la più alta montagna del mondo. Era un pubblico riconoscimento d'ol­treoceano, che lusingava l'orgoglio familiare di "Wilhelm von Humboldt, il quale inviava l'articolo a Fabbroni con la menzionata lettera del 20 ottobre 1804, e, nello stesso tempo, dava al suo corrispondente delle informazioni sull'attività scientifica di Alexander, impegnato nella composizione di un lavoro, che Fib lustre viaggiatore aveva già pronto, sotto il titolo Relation ubrégée de Vexpédi-tion, quando indirizzò al naturalista svizzero Mare-Auguste Pictet la missiva datata 3 febbraio 1805: s)
...ÓNon so ancora il giorno preciso della partenza né di mia moglie, né di mio fra­tello da Parigi. Questo ultimo vi prepara primieramente un'operetta, nella quale con nn ragguaglio generale del suo viaggio darà tutte le osservazioni che consistono in cifre, vaTa dire tutte le misure astronomiche e fisiche, per formarne un corpo facile ad essere consultato. Mi fa maraviglia di vedere quanto egli già abbia preparato per la pubblicazione dell'intiero suo viaggio. Tarderà pochissimo a soddisfare la curiosità del Pubblicai
Sempre nella lettera in data 20 ottobre 1804, il diplomatico prussiano si rivolgeva a Fabbroni per avere dei ragguagli sa un problema, che doveva appassionare il pensiero germanico da Jacob Grimm ai giorni nostri: s)
Neli'istesso tempo, non posso dispensarmi di domandarle. Signore mio stima­tissimo, alcune notizie sopra una cosa singolare assai, ma che però interessa l'umanità, e per questo non è indegna della di Lei attenzione. Esiste in Germania un grandissimo pregiudizio contro quei che scorticano e portano via il bestiame morto (come sareb­bero bovi, cavalli, sommari). Gli uomini addetti a questo non formano solamente una classe separata, ma sono anche tacciati di vera infamia; né essi, né i loro figlj possono diventare artisti, o almeno non laddove sono arti- chiuse senza che per certe cerimonie siano liberati dell'infamia del loro mestiere, hanno le case fuori della città, posti sepa­rati nelle chiese eie. etc
Devo osservare ancora, che gli stessi uomini comunemente servono di boji (sic), di maniera che queste due professioni di giustiziare i condannati alla morte, dare la frusta ed infliggere altre pene infamunti e quella di scorticare il bestiame morto sono riunite assieme ~
J) HELMUT DB TERRA, Humboldt ciu, pp. 125-129 ; HANNO BECK, Alexander von Humboldt eit., I, pp. 204-205; L. KELLNER, Alexander von Humboldt cit., p. 57.
2) Lettres américeànes eit., p. 181. Cfr. HANNO BECK, Alexander von Humboldt cit, XL p. 6. Su Marc*Auguste Pictet cfr. Dictìonnaìire histarique biographique de la Suisse, V (1930), pp. 287-288.
) JACOB GRIMM, Deutsche Rechts Alterthiimer, Gotti ngen, 1828, pp. 882-886 ; 1., Weisthiimer, Gotiingcn, 18404878, III, p. 684 e passim', OTTO BENBKE, Von unehrUchen Letiferi, Culturhistorische Studien und Geschichten aus vergangenen Tagen deutscher Gewerbe und Dlenste, Berlin, 1889, pp. 162-197 e passimi ALRHECHT KELLER, Der Scharfrichter in der deuuchen Kultargeschichte, Bonn und Leipzig, 1921, passim; Ei.se A NCSTMANN, Der Henker ini dèr Volksmeinung, Seme Namen und sein Vorkom-mp.n in der mùndlichen VolksiiberHeferung, Bonn a. Khcin, 1928 (Teuthonista, Belheft 1), pp. 74-79 e passimi WERNER DANCRBRT, UnehrUche Laute, Die verfemten Berufe, Beni, 1969, pp. 2349 e passim; HELMUT SGHUHMANN, Der Scharfrichter, Scine Gestalt seine Funhiion, Kempten, 1964, pp. 161-169 e passim; CHRISTIAN HELPBR, Henker Studien, in Arcìdv far Kulturgeschichte, XLYI (1964), pp. 334-359.