Rassegna storica del Risorgimento

AMERICAN PHILOSOPHICAL SOCIETY DI FILADELFIA CARTE FABBRONI; FA
anno <1970>   pagina <545>
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Giovanni Fabbrotd e i fratelli Humboldt 545
tato Dei delitti e delle pene ispirò la riforma penale leopoldina,T} rivendicata da Febbroni nello scritto Intorno alla pena di morte.2)
Il 25 settembre 1804, una nave giunta dal Messico aveva portato a Livorno la febbre gialla, che si era estesa rapidamente all'inizio di ottobre.3) Gli Stati italiani presero subito delle misure precauzionali: il 17 ottobre, il governo milanese vietava l'importazione di merci toscane nella Repubblica Italiana; il 23 ottobre, le autorità francesi istituivano un cordone sanitario nel parmigiano per le provenienze dalla Toscana; analoghe misure venivano prese dalla Re­pubblica Lucchese, il 26 ottobre, e dal governo pontificio, il 30 ottobre; il 2 novembre, ogni comunicazione fra la Repubblica Italiana ed il Regno d'Etruria veniva interrotta, mentre le autorità bolognesi provvedevano ad isolare la loro città dalla Toscana. *) Questi tragici fatti alimentano la corrispondenza Hum-boldt-Fabbroni a cominciare dalla lettera del diplomatico prussiano in- data 16 novembre 1804:
Non saprei dirle abbastanza quanto grande sia slata la consolazione, che mi hanno arrecata le dne Sue gentilissime lettere. Spaventato dalle nuove che d perveni­vano, tanto da Livorno quanto da Firenze, sulla sempre funesta epidemia, tremavo per Lei, per Pani abilissima Sua Signora, per tutti i miei amici nella Toscana. Vedo adesso che la paura (giacché sembra terribile di dover dire che fosse stata la malizia) ha fatto accrescere le voci, che si spargono dappertutto del male, e forse il male stesso. Ho scritto a mia moglie, la quale deve trovarsi in viaggio in questo momento, che venga tranquillamente, e non si lascj impaurire da quello che forse se gli dirà a Milano; e provo solamente un sommo dispiacere ch'essa, per questa infelice combinazione, sarà privata della sorte di passare qualche giorno con Lei e la Signora, sua consorte. Il Governo Romano non ha potuto dispensarsi di prendere le misure che, come ne sono intimamente persuaso, ha preso intieramente malgrado suo. Lo minacciavano di sequestrarlo anch'esso di ogni commercio colla Lombardia. Ma Ella avrà osservato che la proclamazione fatta qui non comanda almeno la paura ed il tremare, che dice anzi che il male non pare avere quel carattere che in fatti dovrebbe rendere timido anche il più coraggioso. È certo che, se la febbre di Livorno fosse veramente la feb­bre gialla, il pericolo sarebbe imminente. Per quanto a me, io sono persuaso del con­trario; le due sue lettere me lo dimostrano evidentemente.
Fabbroni, che aveva organizzato il cordone militare, da cui era stata cinta Livorno il 1 novembre,*) aveva scritto a Wilhelm von Humboldt che la ma­lattia non doveva identificarsi con la febbre gialla, come sostennero molti
i) Ibid., pp. XVH-XVIII e 258-300. Cfr. FRANCO VENTURI, Beccaria e la sua fortuna, fn Atti del Convegno Internazionale su Cesare Beccaria, promosso dall'Accademia delle Sdente di Torino nel secondo centenario dell'opera Dei delitti e delle pene, To­rino ' 4-6 ottobre 1964*, Torino, 1966, pp. 13-14 e passim.
2) Illuministi italiani ctt, UT, pp. 1130.1134, Cfr. GENNARO MONDA im, Giovanni Fabbroni eiu pp. 133-135.
8) ALFREDO COMANIMNI, L'Italia nei cento anni del sedato XIX (1801-1900), giorno per giorno illustrata, Milano, 1900-1942, 1801-1625, p. 108. Cfr. A. Corri, Annali d'Italia dal 1750, Roma-Lucca-Firenze, 1848*1867, IV, p, 59; FRANCESCO PSBA, Curiosità livornesi inedite o rare, Livorno, 1888, p. 454.
*) ALFREDO COMANIMNI, L'Italia tiu, 1801.1825, pp. 108-109.
S) ANTONIO Zoai, Storia civile della Toscana dal MDCCXXXVU al MDGCCXLVlll, Firenze, 1850-1852, IH, p. 559, n. 17-