Rassegna storica del Risorgimento

AMERICAN PHILOSOPHICAL SOCIETY DI FILADELFIA CARTE FABBRONI; FA
anno <1970>   pagina <567>
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Giovanni Febbroni e i fratelli Humboldt 567
naturalista dell'antichità, Plinio il Vecchio, che perì vittima della famosa eruzióne del Vesuvio, verificatasi nel 79 d. C.È Ma i pericoli non erano ancora cessati, se il 12 agosto 1805, quando Alexander von Humboldt era ancora a -Napoli, ebbe luogo un'eruzione imponente del Vesuvio, -J di cui l'illustre viag­giatore parlò in un poscritto ad una lettera da Napoli, indirizzata al naturalista Giuseppe Gioeni, in data 10 agosto 1805: L'éroptìon du Vesuve dn 12 m'a retenu et a retardé le depart de celle lettre.3)
Tornato a Roma, Alexander von Humboldt partì dalla capitale pontificia, insieme con Gay-Lussae e Leopold von Buch, il 17 settembre 1805, e, durante il viaggio di ritorno in Germania, fece una sosta a Firenze, dove Febbroni gli fece da guida.4) Ma rillustre viaggiatore potè trattenersi poco nella capitale del Regno d'Elrurie, e ciò dispiacque al riformatore toscano, come risulta dalla lettera, che Wilhelm von Humboldt inviò a Febbroni da Roma, il 5 ottobre 1805, quando il viceré Eugenio de Beauharnais aveva già annunciato ai popoli del Regno d'Italia la guerra di Napoleone contro l'Austria :s)
Roma, ai 5. Ottobre, 1805. Veneralissimo Signor ed amico,
È stato simile al suo il rincrescimento, di mio. {rateilo di non poter godere davan-taggio della Sua istruttiva società. Ma Ella avrà veduto la fretta, con che esso viaggia per ripatriarsi dopo un'assenza di tanto anni, ed è sicuro che già avanti più mesi avrebbe dovuto essere giunto a Berlino. Egli ha bisogno in effetto di qualche riposo, e si può sperare con certezza che l'impiegherà all'utile delle scienze ed al vantaggio di quei che le coltivano.
La guerra, che è per scoppiare di bel nuovo, è certamente la più gran disgrazia che, dopo tante altre, poteva succedere alla povera Italia. Spero però che l'Italia, questa volta, ne soffrirà assai meno, e mi lusingo sopra tutto che il Suo paese, caris­simo amico, e quel ch'io abito, saranno quasi intieramente risparmiati. Sarebbe terri­bile di vedere altrimenti il frutto delle generose Sue fatiche distrutto di nuovo da avvenimenti, ai quali la di Lei patria è straniera, e dovrebbe sempre restarlo. Non può che affliggere ognuno, il quale prende un interesse vivo e sincero ai progressi delle -cieii/.e. di veder Lei impedito da tanti altri lavori di contribuirvi, come Ella ha fatto in tempi meno occupati. Deve però servire di consolazione il massimo vantaggio, che da) Suo zelo veramente infatigabile risulta al bene dell'Etruria. Sono vera­mente degni di ammirazione gli effetti, che produsse la savia amministrazione della commissione delle Reali Finanze, e dovrebbero essere cogniti più generalmente. Mi lusingo ch'Ella un giorno troverà tempo di rendere conto di questa amministrazione pubblicamente e di proporre un modelo (sic) da imitarsi ai governi vicini e lontani, che ne hanno un cosi urgente bisogno!
Stia bene frattanto, si compiaccia di continuare di tempo in tempo a darmi delle
W Storie delle scienze cil.t IH, Tomo I, p. 53 e passim,
2) ALFREDO COMANDICI. L'Italia ciw. 1801-1825, p. 149,
3} GUIDO MA SA'un HA. Una lettera inedita di Alexander von Humboldt a Giuseppe Gioeni, in Archivio storico per la Sicilia Orientale* IV (1907), p. 498.
*) HANNO BECR, Alexander von Humboldt riL, 11, p. 13. Gir. FRIEDRICH NOACK, Dus Deutschttim dL, II, p. 282.
9) ALFREDO COMANDIMI, UItalia rit.t 1801-1825, p. 152. Cfr. Gazzetta Universale* Martedì 8 ottobre 1805, n. 81, pp. 656457.