Rassegna storica del Risorgimento

SANTELLI FRANCESCO MARIA NICOLAO
anno <1970>   pagina <581>
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Nicolao Santelli
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li ani ultimamente annessi, mentre il console del Governo provvisorio modenese cesserebbe d'esistere politicamente, come 1*Autorità che l'aveva nominalo. Al Santelli quindi non restava che far le regolari consegne dell'ufficio al BUCCCS* sore e ritirarsi.
A tale rinuncia però egli non. seppe rassegnarsi e, ritenendosi nel suo diritto, continuò a considerarsi in carica, a vidimare passaporti, riscuotere con­tributi d'immigrati, distribuire sussidi, e così via, come se nulla di nuovo fosse accaduto. Qui ricorderemo appena, perché già narrata, la lotta che successe fra i due rappresentanti diplomatici, l'uno legale e l'altro abnsivo: le proteste del Canefri, il suo ricorso al prefetto del Dipartimento, che gli diede ragione, la diffida prefettizia e l'ostinazione del Santelli. ' ' Questi tentò finalmente un passo decisivo, verso la fine di luglio, recandosi a Torino con una lettera di raccomandazione che il Mazzini gli aveva dato, a sua richiesta, in Milano; 2) ma fu un nuovo insuccesso: quel ministro degli esteri, infatti, per quanto fosse pregato da abili intermediari, non volle assolutamente far torto al Canefri, ottimo suo funzionario da moltissimi anni.
Altri incarichi del genere erano sembrati possibili; e per la verità il Santelli, sempre con l'animo teso verso un ufficio di cui aveva provato per breve tempo le soddisfazioni, non ne perdette di vista neppur uno, sollecitandone anzi, per quanto dipendesse da lui, l'attuazione. Ma la speranza d'un Consolato delle Due Sicilie, promessogli dal La Cecilia e da altri patriotti a lui grati, era caduta con la sanguinosa giornata napoletana del 15 maggio, inizio della reazione bor­bonica. Da parte sua, scrivendo il 4 giugno ad Ermenegildo Ortalli, già profugo in Corsica e allora segretario del Governo provvisorio parmense, aveva espresso una motivata aspirazione ad esser nominato console per Parma;3) ma il risul­tato, per avversità di circostanze locali, era stato altrettanto negativo. Restavano possibilità per la Toscana, grazie all'amicizia accortamente coltivata di F. D. Guerrazzi; e conosciamo infatti varie lettere scritte da lui al Santelli ap­punto per ripetergli assicurazioni in proposito, ma anche per frenare le sue impazienti insistenze.4' Finalmente, il 26 ottobre il Guerrazzi salì al potere
i) E, in risposta a una nota del console Canefri, pubblicata dall'Ere nouvelle, il contegno del Santelli era sostenuto invece dal Progressi]: v. il nomerò del 13 luglio.
2) Il significativo episodio è sufficientemente documentato nell'Epistolario mazzi­niano, voi. XIX, lettera 2439. Questa, datata da Milano il 26 loglio 1848, è diretto al depotato Giuseppe Elia Benza, in Torino. Presentandogli il Santelli, il Mazzini lo dice pieno di meriti verso gli italiani esali e non esuli , e aggiunge : Mi è noto sin dal 1831; lo conobbi a Bastia e non ebbi che a lodarmene in tutti i sensi.
S) Vedi Archivio storico di Corsica, 1931, fase I, pp. 111-114. L'originale della lettera era posseduto allora da Giuseppe Micheli. Ecco, in sunto, i titoli di merito che il Santelli si attribuiva: l'aver salvato la vita ad Antonio Gaietti; l'esser volato, dopo la rivoluzione in loglio, a Bologna e a Modena, con l'incarico d'unii speciale missione presso i liberali di quelle citta, l'aver assistito per tanti anni e in lutti i modi i rifugiati italiani nell'Isola. Forse credette opportuno, avendo la popolazione di quell'ex Ducato votato plebiscitariamente per l'unione al Regno di Sardegna, passare sotto silenzio la parte avuta nella propaganda della Giovine Italia e la costante amicizia col Mazzini,
*) Nelle Lettere di F. D. CtiBrrWtzi, pubblicato a cura di G. CARDUCCI, voi. II, Livorno, 1882, troviamo accenni di tal genere nel docc. n. 114 (16 maggio), n. 115 (5 luglio), n. Ile (16 agosto), n. 117 (20 ottobre). Altre due ne ricorda il MICHEL, del 12 aprile e del 16" luglio, in limili italiani in Corsica eli., p. 238.