Rassegna storica del Risorgimento

SANTELLI FRANCESCO MARIA NICOLAO
anno <1970>   pagina <582>
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582 Alfonso Morselli
insième col Montanelli, e parve giunto il momento Intono. Si trattava di sosti* luire il console toscano in Corsica, Giacinto Cecconi, die nonostante avesse rinunciato alla contemporanea rappresentanza austriaca, suscitava diffidenze quanto a convinzioni politiche personali: la successione appariva dunque sicura. Invece il Montanelli volle far tutto di proprio arbitrio; e licenziò, sì, il Cecconi, ma nominò console il bastiese Clemente Casanova. Così bocciò il povero San­telli, rendendo vane le ripetute promesse di altri e specialmente del Guerrazzi. Fu forse anche quello un effetto delle relazioni tutt'altro che buone che correvano fra i due uomini politici? Poiché il Montanelli nutriva una profonda avversione per il capopolo livornese, assunto da lui nel ministero per pura necessità, " dobbiamo pensare che proprio quel sentimento influì a fargli esclu­dere l'uomo che il collega proteggeva e raccomandava? Il dubbio è lecito.
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Ora torniamo indietro di qualche mese, a Modena, dove troveremo ma­teria del tutto nuova e non piccole sorprese.
Il giorno 10 agosto Francesco V, aiutato dalle vittorie militari dell'Austria, rientrava nella capitale, donde era dovuto allontanarsi precipitosamente il 21 marzo. I primi atteggiamenti del giovane duca mostrarono subito, a dir vero, una certa mitezza verso i rivoluzionari, accompagnata da ripetute promesse di istituzioni nuove, richieste dai tempi , com'egli scriveva nei suoi proclami; ma egli era pur sempre rientrato in Modena, e vi restava, fra le baionette austriache, come aveva fatto il padre nel 1831; e per questo solo fatto nessuno che fosse animato da rigidi sentimenti liberali avrebbe potuto pensare allora di fargli atto di sottomissione e tanto meno chiedergli di servirlo in qualche pubblico ufficio.
Ebbene, uno che si fece avanti spontaneamente, venti giorni dopo il ri­torno del Duca, a offrire i propri servigi, fu Nicolao Santelli! Amareggiato dalle precedenti delusioni ma egualmente memore delle sue prime soddisfa­zioni di rappresentante d'uno Stato, ora cercava di potersi nuovamente fregiare del titolo di console: strano poi che sperasse d'esser favorito proprio da quel Francesco V, della cui caduta aveva recentemente goduto i vantaggi. La cosa apparirebbe addirittura incredibile per chi ha seguito sin qui l'attività del nostro patriotta, se i documenti non parlassero senza possibilità d'equivoci.
Tali documenti, non visti dall'acuto occhio d'uno studioso che tanti ne conobbe e magistralmente valorizzò, ci presentano, con testimonianze dirette, non solo il Santelli, ma anche il ministro modenese degli esteri e il duca stesso, oltre i già ricordati consoli Cecconi e Canefri: insomma tutte le persone più importanti di questo episodio. -' Sono numerosi e talvolta ampi : il che
i) 0, CAPPONI, Settunta giorni di mini stero, cap. IX : Il Montanelli mi aveva di­chiarato espressamente come a lui fowte necessità pigliar seco il Guerrazzi, il quale teneva in mano le fila delle rose livornesi . E, sempre secondo il Capponi, il Mon­tatici li avrebbe aggiunto: Se di qui a un paio di settimane Io buttano giù dalle finestre di Palazzo Vecchio, non mi sarà troppo gran dolore !
2) Archivio di Stato di Modonn I A.S.M. I : Anno 1848. Giornale riservato del Ministro degli Affari Esteri: filza XXVI, fase. 85 Il fascicolo contiene 13 documenti, eon vari allegali ad eMt. Altri 22, riguardanti direttamente o indirettamente il Santelli o del Santelli stesso, sono nella filza XXVII, per il 1849. E altri ancoro, per gli anni I850-52 si trovano in filze successive.