Rassegna storica del Risorgimento

SANTELLI FRANCESCO MARIA NICOLAO
anno <1970>   pagina <584>
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584 Alfonso Morselli
almeno esser sicuri che erano già giunti a conoscenza del Santoli il lusingante proclama pubblicato da Francesco V in Mantova 1*8 agosto e poi il decreto modenese del 15 successivo in cui si dava inizio alla preparazione pratica d'uno statuto costituzionale. *) In tal caso crederemmo volentieri cbe egli s'illudesse sa quelle solenni dichiarazioni, non potendo immaginarle destinate a restare lettera morta, come poi accadde.
E fermiamoci ora un poco nell'ambiente del ministero degli Esteri, a cui la lettera diplomatica era indirizzata. Lì arrivavano, o di lì partivano, anche altri documenti che ci interessano.
Grande dovette essere nel coltissimo conte Forni la spiacevole impres­sione, datagli dalla sgrammaticata prosa che gli era giunta da Bastia; 2> ma certamente più grande fu la sorpresa per la stranezza del contenuto: dove un nomo a lui sconosciuto, mescolando momenti e fatti della storia recente, si qualificava console generale di Modena e Reggio , come al tempo del Go­verno Provvisorio, e da quel Governo riconosceva la propria origine, ma rite­neva di poter coerentemente continuare il proprio ufficio anche col Duca ritor­nato al potere: ty intanto si atteggiava proprio lui a difensore del Ducato contro le pretese del governo sardo! Un bell'imbroglio, a dir vero, nel quale parve al ministro estense di non raccapezzarsi abbastanza.
Perciò, prima di dare una risposta all'inatteso corrispondente diplomatico, il Forni pensò bene di chiedere informazioni e chiarimenti al Cerconi, che allora era console toscano in Corsica e che quindi doveva conoscere di persona lo speditore della lettera e tutte le circostanze che le erano connesse. Chi era dunque quel Santelli che agiva e parlava come solo e legittimo rappresentante del Duca in Bastia? Davvero il governo di Parigi aveva trovato regolare la sua posizione? E che cosa conteneva il suo misterioso Archivio modenese? Queste, in breve, le domande, rivolte al Cecconi per mezzo d'una lettera uffi­ciale, di cui si conserva la copia.4)
Prima che giungesse la risposta, scrisse due volte il Santelli rispettiva­mente il 15 e il 22 settembre per dare informazioni di sé e per implorare istruzioni. Le due lettere hanno, più o meno, il tono e la forma della prima; perciò ricorderemo solo, come saggio, le parole di quella in cui si descrivono
t) Per il testo di quello Statuto e per la sua storia si veda i] denso studio di B. DONATI, L'inedito Progetto di Statuto costituzionale estense del 1848, Modena, 1938.
3) Si noti per altro che mentre il conto Forni (1807-1887), laureato in giurispru-denso, socio dell'Accademia di Scienze, Lettere ed Arti, era persona coltissima ed aveva avuto anche la carica di ministro per la Pubblica Istruzione, il Santelli non era che un commerciante, sia pure dotalo di naturale intelligenza, al quale le scuole locali non avevano certamente facilitato un buon possesso della lingua italiana.
Sulla figura del ministro esteme citiamo : T. BAYABD DE VOLO, Vita di Francesco V, duca di Modena, voi. I, Modena, 1878, p. 293 e pussim, e soprattutto F. CEUEIT, Sul conte Giuseppe Forni, ultimo ministro degli Affari Esteri del Ducato di Modena, Modena, 1894.
s) In una lettera successiva (15 settembre) il Santelli, senza attendere convalide, si firma esplicitamente <GonfloJe dei Stati Est arati . Omette ogni qualifica nelle let­tere posteriori, quando ormai deve convincerai clic il suo tentativo d'inserimento diplomatico ha trovato ostacoli insormontabili.
*) A.SM., posiz. e il., Filza XXVI, fase. 845 doc, n. 2.