Rassegna storica del Risorgimento
SANTELLI FRANCESCO MARIA NICOLAO
anno
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1970
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d'amicizia con gli nomini più autorevoli della democrazia italiana. Un avvenimento particolarmente lieto in per lui la nomina a console della Repubblica Romana, conferitagli l'il giugno dal Mazzini, che non aveva mai dimenticato quale fosse la soddisfazione più cara al Santelli e voleva premiarlo per la collaborazione datagli nella propaganda della Giovine Ti alia . '' Il Governo della Repubblica Romana gli scriveva il Triumviro a cui sono noti i vostri principii, la vostra onestà e la vostra saggezza, vi nomina console generale a Bastia e, proseguendo, gli dava ampia facoltà d'azione in tutto ciò che riguardasse interessi marittimi, commerciali e sanitari . Anche per questo la rappresentanza diplomatica bastiese fu elevata da semplice incarico d'affari a consolato generale e affidala a un antico padrone di barca , espertissimo di commerci.s)
È chiaro che il Santelli aveva tenuto gelosamente nascosti gl'infelici approcci tentati nell'agosto dell'anno precedente col ministro ducale modenese ed era rimasto per tutto, nella vita pubblica, quello di sempre. Potè quindi gustare tranquillamente tutta la gioia di vedersi ridata l'autorità consolare: un'autorità, per giunta, illuminata dal prestigio del nome di Roma. In compenso fece subito tutto il possibile per esercitarla con decoro e con efficacia, prodigandosi in una fraterna assistenza agli Italiani difensori di Roma, che erano stati fatti prigionieri dai Francesi e poi mandati, in gran parte feriti o ammalati, nell'isola tirrenica.3'
Ma anche quell'ufficio ebbe brevissima durata, poiché venne presto la triste giornata del 30 giugno, con la dolorosa resa che segnò la fine della Repubblica Romana: dopo di che Garibaldi abbandonava l'Urbe, sperando solo di poter aiutare Venezia, e il Mazzini riprendeva la via dell'esilio. Così il Santelli si trovò, dopo appena una ventina di giorni, ancora privato del titolo, e del più lusinghiero: non è difficile immaginare con quanta amarezza. Col passare dei giorni probabilmente si aggiunsero all'amarezza lo sconforto e, peggio ancora, la sfiducia in un avvenire che già si mostrava compromesso senza rimedio. Tutti i sogni di libertà, nati nella primavera del 1848, erano stati cancellati dalla realtà: dopo le vittorie erano venute le sconfitte; dopo Roma era caduta Venezia: dappertutto reazioni, carceri, esili. C'era davvero da sentirsi vacillare (e molti Io sentirono) la fede nella causa della libertà italiana.
Tra pensieri certamente dì questo genere il deluso patriotta maturò una decisione ecco l'altra novità accennata poc'anzi assai più grave di quella del 30 agosto dell'anno precedente. Decise infatti di offrirsi di nuovo a Modena e questa volta scrivendo direttamente al Duca. Voleva esporre a lui, senza intermediari, certi meriti d'umanità ch'era convinto d'essersi guadagnato con non
1) Io collaborazione con Tranquillo Ulani, o con tanto impegno da guadagnarsi, in una lettera del 23 aprile 1832, i diretti ri n grazia memi del Mazzini. Cfr. E- MICHEL, Esuli italiani in Conica cìt., pp. 85-86;
2) Predecessore del Santelli nello speciale incarico, se non nel grado diplomatico, era stato Flaminio LoJli, di Mirandola 0797-1862), antico carbonaro, letterato e poeta, d'indegno singolare vissuto esule in Corsica per oltre due anni. Su di lai b da vedere: F. CEBBETTI, Biografie mirandolnsi. Mirandola, 1902, tomo II. pp. 11-83.
>) Sa tutto ciò si veda l'articolo di I.). SPADONI, / Còni e la Repubblica Romana, in Archìvio storico di Corsica, anno 1933, fase. TV, p. SS2 sgg.. alla fine del quale e anche un ammirativo profilo del Santelli e della sua attività patriottica.