Rassegna storica del Risorgimento
SANTELLI FRANCESCO MARIA NICOLAO
anno
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1970
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Alfonso Morselli
cornane fatica, e poi anche chiedergli d'accettarlo come suo attivo e devoto rappresentante nell'Isola!
La lettera,1) abbondante di solecismi, ma non priva di una tal quale schiettezza popolana, dice:
Bastia (Corsica), 28 ottobre 1849 Altezza.
Allorché TU aprile 1848 fui nominato Console dei stati di Vostra Altezza, ebbero in vista scegliere persona Moderata, Onesta, Caritatevole ed Energica.
In tempi difficili come erravamo era urgente ottenere persona di tutte queste qualità.
Il ministero consolare che tutti gli altri Consoli intendevano esercitarlo nel suo Gabinetto, io lo esercitavo invece e nelle strade e negli Ospedali: nelle strade onde farli rispettare dagli'insulti ; nell'Ospedale per dargli conforto ed interrogarli su i suoi bisogni momcntani Citerò a Vostra Altezza un fatto per provarle quanto mai ho fatto rispettare i sudditi vostri.
U S giugno 1848 un certo Giuseppe CeccareUi fu qui schiaffeggiato da un francese chiamato Giovanni Bonclli, immediatamente ho slanciato querela al Governo ed il Bonelli fu condannato a 30 giorni di priggione. Gùamai qui Altezza esempio tale si era dato, e nessun Console l'avrebbe azzardato in tali momenti ne mai.
Se i sudditi vostri sono creditori di qualunque somme in ogni modo io li fò pagare.
Se dunque Vostra Altezza pensasse rimettermi al mio posto di Console Modenese di tutto farò per cattivarmi il Vostro amore e quello dei sudditi Vostri.
Osserverò a Vostra Altezza che qui presentemente i vostri stati sono guidati dal Console di Genova e che il Console d'Austria ha dato la sua demissione di poi il 26 Maggio 1848 e ciò per tutelare solamente lo Stato Toscano.
Mi professo col più profondo rispetto per la Vostra Altezza Reale
Vostro umile suddito Francesco Maria Nicolao Santelli
Interessante è la definizione che il Santelli fa di se stesso, cioè di persona moderata, onesta, caritatevole ed energica , perché siamo convinti che gli aggettivi, anche se usati con ingenuità e rozzezza, corrispondano al vero e dipingano fedelmente l'uomo; ma quella dichiarazione di volersi guadagnare a tutti i costi 1* amore del duca e quella fretta di professarsi umile suddito del già tanto spregiato monarca danno non poca perplessità e non poca pena. Erano passati appena pochi mesi dal giorno in cui Giuseppe Mazzini gli aveva dato, da Roma, un'altissima prova di benevolenza e, nello stesso tempo, di stima e di fiducia; e sembra impossibile che essa fosse così presto dimenticata!
Senza dubbio quella lettera rimase segreta allora, come è rimasta poi seni-pre nell'ombra più fitta; ma, se l'avessero letta i vecchi amici politici del San-telli, che cosa ne avrebbero pensato? E se l'avesse conosciuta il Mazzini? Molto probabilmente egli non avrebbe scritto, tre mesi più tardi, le parole che troviamo in tuia sua lettera a Nicola Fabrizi: Risaluta con affetto l'amico Santelli, che spero rimetteremo in funzioni .2* Sempre premuroso, il Mazzini, verso l'amico còrso, ma non sempre ricambiato con fedeltà assoluta.
A.SJVL, pohiz. rit.: 1849, filza XXVII, tose. 855, doc. n. 8. 2) G. MAZZINI, Epistolario, ediz. naz* voi. XXII, Imola, 1925, p. 113. La lettera ha la data del 24 gennaio 1850, da Losanna.