Rassegna storica del Risorgimento
GUERRAZZI FRANCESCO DOMENICO
anno
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1970
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Enrico Berti
fino dalla mattina nel ano palazzo; me vollero trarre seco loro i Deputati che pei passi sgombrati accompagnai onde uscissero incolumi. Me il col. Nespoli ed il gen. Zannelti erano venati a prendermi per scortarmi fino alla stazione della strada ferrata; me il Tommi, me il Manganerò proffersero condurre via; che più? IL MUNICIPIO STESSO E LA COMMISSIONE GOVERNATIVA MANDAVANO AD INVITARMI, 0 INTIMARMI, O COMANDARE A PARTIRE; PERCHÉ DUNQUE RIMASI? .1) A questo interrogativo, in verità, non si può dare una soddisfacente risposta, perché tale non è davvero quella che ci dà il Guerrazzi, e cioè ch'egli voleva rimaner fi, a dispetto dei santi, per attendere la risposta del Cambray Digny, perché, a parte il fatto che l'ordine di andarsene lo avrebbe liberato da ogni impegno, in verità non possiamo non trovar giusta l'osservazione che fa in proposito il Cambray Digny : Ognuno può facilmente intendere come non vi fosse alcuna necessità che il Guerrazzi attendesse in Palazzo Vecchio U successo della sua proposta e non potesse esserne informato ugualmente in qualunque più sicuro ricovero che aveva agio di procacciarsi .-ì
Questa la serena obiettiva ricostruzione dei rapporti intervenuti fra il Municipio ed il Guerrazzi, documentata, come si è visto, da ciò che proprio egli stesso scrisse nella sua Apologia nei giorni 12-13 aprile. Ed è del 13 aprile Perdine di pagamento emesso dal Comune di Firenze pubblicato nella stessa Apologia*) col quale si disponeva che il cav. Martelli gli pagasse 1000 lire per supplire alle spese di viaggio . Confessiamo candidamente che sfugge alla nostra comprensione come e perché lo stesso Guerrazzi abbia pubblicato un tale documento per dimostrare che il Municipio voleva tenerlo ancor li a Firenze. Ed egualmente sfugge alla nostra comprensione come il Miniati abbia potuto scrivere come scrisse che i più potenti (della Commissione) impedirono al Guerrazzi, col pretesto di tutelargli la vita, Vuscita da Palazzo Vecchio .4)
Si noti bene che noi abbiamo parlato di rapporti Municipio-Guerrazzi nei giorni 12 e 13 aprile. Ma a questo punto convien riprendere, e sviluppare, il discorso sopra accennato: vale a dire il contegno della piazza diciam pure della plebe, sempre la stessa in quegli stessi giorni ed in quelli immediata-mente successivi.
Nella tarda serata di quello stesso 12 aprile molta folla era intorno a Palazzo Vecchio e rumoreggiava minacciosa contro il Guerrazzi, temendo che potesse fuggire: si calmò quando al balcone del Palazzo comparve Gino Capponi incitando alla calma ed assicurando che l'ex dittatore era in stato di arresto e che avrebbe dovuto render conto del suo operato. Però la calma fu breve. Si giunse a dubitare della parola del Capponi (non a torto, per quanto riguardava lo stato di arresto) e si mandò una Commissione per accertarsi che il Guerrazzi fosse ancora rinchiuso, per cui il Capponi la fece condurre nella stanza dovTegli si trovava. E qui convien lasciar di nuovo la parola allo stesso Guerrazzi, che non può esser certo sospetto di tingere a più foschi colori la situazione che si era venuta creando. Adesso egli dice cresce
] ) Apologia, p. 741 in nota.
2) G. CAMBRAY DICNY, Ricordi della Commissione governativa toscana, Firenze, Golilriana, 1853, p. 32.
s) Apologia eiJ., p. 757.
*) F. D. Guerrazzi. Studi cU