Rassegna storica del Risorgimento

GUERRAZZI FRANCESCO DOMENICO
anno <1970>   pagina <598>
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Enrico Berti
vano volessero spezzarsi io non comprendevo nulla o piuttosto un'ombra truce di sospetto passò su l'anima mia e mandai pel Digny chiedendogli quali arti infami fossero codeste! rispondeva scrivendo un biglietto, ov'è da notarsi questa frase: * stessi tranquillo, darsi moto per provvedere alla mia personale sicurezza, solo alla Commissione non piacere che io toccassi Livorno, mi adat­tassi a partire da altro lato ". Fors'egli per mia sicurezza intendeva trami i in Castello per consegnarmi poi all'Accusatore?... Verso le ore 12 venti o poche più Guardie Nazionali in compagnia del gen. Zannetti e del sig. Martelli ven­gono a prendermi; non si mostrò Digny... . E secondo quanto riferi il teste Pellegrini, avendo sentito che il gen. Zannetti gli dicesse che andasse con lui... il Sig. Guerrazzi gli rispose: ** Eccomi ", ed andò via unitamente a quei signori ... Mentre siamo per muovere il cav. Martelli Priore mi consegna, con autorizzazione ed ordine della Commissione Governativa lire mille per il viaggio che, dopo essermi fermato due o tre giorni a San Giorgio tanto che la plebe quietasse, dovevo effettuare fuori di Toscana . *)
Interessante è ciò che il gen. Zannetii disse, strada facendo, al Guerrazzi: Il sig. Guerrazzi mi domandò più volte s'egli era prigioniero, oppure se cosi si agiva per tutelarlo semplicemente dal popolo; non mancai riassicurarlo dicen­dogli che la Commissione non poteva mancare a se medesima. Ma poiché ebbi ad accorgermi che la Commissione Governativa non manteneva altrimenti la sua promessa [.quale?] e più mancava di fede e di riguardo alla Guardia N'a­zionale ed allo stesso Capitano consegnatario, unendo i carabinieri (cioè i veliti) alla Guardia Nazionale per tutelare il sig. Guerrazzi, e di più vedendo che la Commissione Governativa non teneva la promessa della intera ripristi-nazione del Governo costituzionale, io che avevo firmato con lei, a nome dell'intera Guardia Nazionale, il primo decreto da essa fatto della restaura­zione del Governo costituzionale non trovai altra via lecita e conveniente a calmare la mia coscienza che quella di ritirarmi dal posto di generale . -' Tre obiezioni si impongono in relazione a queste dichiarazioni del gen. Zannettì, sulla cui rettitudine, per altro, nessun dubbio è possibile: a) Si è già osservato, per inciso, a quale prima promessa sarebbe venuta meno la Commissione Go­vernativa: a quella di far partire il Guerrazzi? Ma non gli aveva detto proprio lui. gen. Zannetti , che per misura prudenziale la Commissione aveva di­sposto il suo trasferimento al Belvedere per due o tre giorni, tanto che la plebe quietasse?; 6) Dal Belvedere dovevano essere rimossi i carabinieri ost.ilissimi, come già si è riconosciuto, al Guerrazzi, e sostituiti con la Guardia Nazionale; ma a prescindere dal rilievo che, quando egli accompagnava il Guerrazzi in fortezza ancora non aveva evidentemente potuto constatare che, deplorevolmente, i veliti non erano stati rimossi, lo stesso Zannetti dà atto che quand'egli accertò la presenza di costoro, riportò indietro il Guerrazzi a Pitti; ritornò poi con lui qualche ora dopo accertando che quei veliti erano stati rimossi. Secondo il Guerrazzi, però, e noi non abbiamo alcun elemento per contestarlo - - questa non fu altro che una finta; i veliti si erano nascosti, e ri­masti in fortezza; e da loro egli non ebbe davvero un buon trattamento; ogni
1) Apologia vìi., p. 750 e figg> Questo mille Uro furono poi ripreso dal Municipio -scrive il Guerrazzi a p. 758 - - in aeguito ad una perqufuigiono che fu fatta ni detenuti al Forte Belvedere. Cosa indubbiamente deplorevole, ni ir che corto non avrebbe poi impedito il rilascio del prigioniero.
3) Apologia afe p. 759.