Rassegna storica del Risorgimento
GUERRAZZI FRANCESCO DOMENICO
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1970
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F. D. Guerrazzi nel 1849
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sorta di angherie, di vessazioni, di ingiurie, di minacce di morte. Ammettiamolo: ma è certo che non gli fu torto un capello, il che significa che fa veramente ed efficacemente tutelato nella sua integrità fisica. Se questi veliti avevan sete del sangue del dittator crollato, se questa sete non poterono, d'altro canto, levarsi, ciò significa che i nuovi governanti vollero, in realtà, tutelarlo della vita. Sarebbe stato così facile, ad essi, sbarazzarsi di lui, servendosi come strumento di quei militi. E se: vogliamo esser sereni non troppi esempi invero ci offre la storia di un colpo di Stato in cui il caduto rimane in mano dei vincitori e salva la pelle; e) Quanto poi, infine, all'accusa mossa dallo Zan-netti alla Commissione di non aver mantenuto la promessa di ripristinare il governo costituzionale, in verità non riusciamo davvero a comprenderla. Questa accusa egli formulava un giorno dopo (!) che la Commissione stessa aveva assunto il potere in nome del Principe.
Ragionando e documentando con animo di sereni ricercatori della verità = sine ira ac studio a questo punto riteniamo di poter sicuramente affermare:
1) Che il Guerrazzi a sua stessa ripetuta confessione - ben avrebbe potuto andarsene da Palazzo Vecchio, come se ne andarono tutti coloro che avevano collaborato con lui durante il governo provvisorio: anzi, come più. volte si è messo in risalto, doveva andarsene e non se ne andò. E qui ci sia concesso di aprire una parentesi. Riesce veramente incomprensibile come e perché egli tenesse tanto ad esser mandato ambasciatore o, meglio, prefetto di pò lizia. del nuovo Governo della sua città natale con pieni poteri, cioè con l'autorità dì far arrestare ed allontanare gente straniera e turbolenta da cui Livorno era ingombra. -1) Si illudeva sul serio di aver ancora sul popolo livornese, e specie sugli estremisti che già erano rimasti delusi per non aver egli voluto sanzionare la Repubblica e l'unione con Roma, proclamate in piazza dal popolo fiorentino, un ascendente tale da fargli accettare la Restaurazione? Giustissimo ciò che scrisse Dino Provenza!: La durezza con cui egli cercava di reprimere moti incomposti deluse molti di coloro che confondevano la libertà con la licenza: di li la strofetta che molti a Livorno canticchiavano: L'infame Guerrazzi / facendo fagotto / diceva: M'irif otto / del Popolo-Re . -* Avrebbe fatto la fine del maggiore Frisiani, barbaramente trucidato da una folla imbestialita alle porte di Livorno il 21 aprile 1849, mentre rientrava nella città da coi si era assentato qualche giorno prima; e perciò sospetto di spionaggio e di tradimento.8) Del resto, pochi giorni dopo si vide ciò che successe al gonfaloniere Fabbri per aver prospettato la dura necessità di esser concordi ad un atto di. adesione alla monarchia costituzionale, acclamando il ritorno di Leopoldo IT per salvar la Toscana dal dolore dell'invasione straniera : dovette dimetterai, rischiò la pèlle e per salvarla dovè poi fuggire.
2) Altrettanto certo è sempre a nostro fermissimo avviso che il ano trasferimento al Belvedere fu proprio disposto per metterlo più al sicuro
3) Apologia cit.t p. 733.
2i) F. J). Guerrazzi e Livorno* in Rivista di Livorno, 1957, p. 20. a) PIETRO MAUTIW, Diario livornese, a curo di DOMENICO NOVACCO, Livorno, 1961, p. 129.