Rassegna storica del Risorgimento

GUERRAZZI FRANCESCO DOMENICO
anno <1970>   pagina <600>
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Enrico Berti
dalla esasperazione bestiale della folla, da lui stesso come sopra si è visto, pun­tualizzata nei suoi particolari e nel suo sempre più minaccioso crescendo. E come avvenne ad opera di chi il trasferimento da Palazzo Vecchio al Bel­vedere? Lo effettuò, come si e visto, il suo amico gen. Zannetti assieme al priore Martelli scortato da 20 guardie nazionali ed al Belvedere dato l'atteggiamento dei veliti queste guardie nazionali furono portate a 90! ' >
Si dirà: ammettiamo pure che il trasferimento al Belvedere avvenisse per maggior sicurezza del Guerrazzi; ma al Belvedere egli doveva restare due o tre giorni in attesa che la plebe si quietasse ; invece egli vi fu trattenuto per 44 giorni e di lì, poi, trasferito a Volterra, e quindi ricondotto alle Murate a Firenze.
Incontestabile, tutto questo; senonché, c'è da osservare: Innanzi tutto, contrariamente alle speranze della Commissione, la plebe ed i veliti non si quietarono affatto; e lo stesso Guerrazzi, come già si è accennato, nella sua Apologia si indugia a descriverci il furore che contro di lui dimo­stravano quei veliti dai quali dovevano guardarlo a vista ben 90 guardie nazio­nali E allora noi non sapremmo davvero che cosa, ragionevolmente, si può opporre a ciò che osservò il Ricasoli deponendo al processo : Se egli (cioè il Guerrazzi) fosse evaso ed avesse ricevuto ingiuria, sarebbesi detto dagli ade­renti suoi che la commissione lo aveva messo in bocca al lupo; se fosse evaso e si fosse posto in salvo, sarebbesi gridato dal popolo al tradimento, che la Commissione era d'accordo col Guerrazzi .2) Si è visto, infatti, qual fu il contegno della folla verso di lui, quand'egli era in Palazzo Vecchio: non credè neppure alla parola di Gino Capponi: volle vederlo!
Si obietterà ancora: ad ogni modo, dunque, qualunque fosse il motivo per cui l'ex dittatore fu trattenuto al Belvedere, certo è questo, proprio se­condo quanto afferma il Ricasoli: ch'egli vi fu trattenuto contro la sua vo­lontà ... Verissimo anche questo; ma è anche vero che quand'egli era al Bel­vedere come dichiarò apertamente lo stesso Ricasoli al processo fu presen­tata alla Commissione una carta che fece sull'animo di taluno una grave im­pressione. Questa carta era un dispaccio telegrafico scritto di mano del Big. Guer­razzi che ordinava al Governatore di Livorno la spedizione armata a scacciare il Granduca dall'Elba. innegabile che da quel giorno le disposizioni dell'animo verso il Guerrazzi e l'unanime volontà per la sua partenza alla prima oppor­tunità ricevettero una modificazione non lieve, ne furono scosse... comunque la maggiorità, non opponente la minorità, fosse sempre inclinata per procurare l'allontanamento del sig. Guerrazzi, tanto paventava gli effetti nel nostro paese dei processi politici.*)
Quella carta aggravava la posizione del Guerrazzi, gli dava un carattere che, in verità, nessuno si aspettava. Si osservava da taluno non essere conve­niente che la Commissione Governativa, tenente il governo a nome di Leopoldo ti, ponesse in libertà chi aveva ordinato spedizione contro di lui per scacciarlo dal suolo toscano... Ciò non ostante, i più, per vero dire, quantunque sentis­sero forti te ragioni di convenienza, manifestavano la convinzione che quando
*) Apologia ciL, p. 761 e sgg. 2) Carteggi citn voi. VII, p. 354. 8) Ibidem, p. 357.