Rassegna storica del Risorgimento
GUERRAZZI FRANCESCO DOMENICO
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1970
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F. D. Guerrazzi nel 1849
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il Granduca lasciava Siena partisse con animo deliberato di abbandonare effettivamente In Toscana, e quel dispaccio telegrafico* con la spedizione che ne seguii non avesse effetto di peggiorare le cose né di imprimere alla volontà del Granduca un diverso fine. E sempre stami" davanti il pensiero la contrarietà ai processi politici} aggiungevano che se si presentasse occasione conveniente di allontanare il Guerrazzi era forse un levar di imbarazzo lo stesso Granduca, a cui, perdurando una grande perplessità fra i membri della Commissione, si decise di rimettere ogni decisione circa la sorte del Guerrazzi, sperando e ritenendo che questo non volesse perder l'occasione stupenda di inaugurare il suo regno con un atto di oblio del passato >; ed ove poi questo oblio non si fosse verificato, dalla Commissione si ritenne unanimemente che se il Guerrazzi fosse slato reo, della sua reità se ne doveva giudicare costituzionalmente . Precisamente così come, osserviamo noi, sostenne sempre la sua difesa. Si sospese così ogni decisione finché arrivò il Commissario Regio (Ser-ristori) il 4 maggio, e la Commissione uscì di scena . ')
Or noi sinceramente non sappiamo come, se non si è aeeiecati da spirito fazioso, si possa contestare per Io meno la ragionevolezza della perplessità di coloro che, nella Commissione Governativa, osservavano non essere conveniente che essa, che teneva il potere a nome di Leopoldo TI, ponesse in libertà chi aveva ordinato spedizione contro di lui per scacciarlo dal suolo toscano come dichiarò il Ricasoli. Si ricordi, per opportuno raffronto, che quando Cambray Digny e gli altri del Municipio si recarono all'Assemblea, se non furono minacciati di far la fine di quei tre ambasciatori mandati dai Mal aspina a quel serafico vescovo di Luni, che prima di fargli aprir bocca gli fece tagliare la testa, certo o dal Guerrazzi o dal Pigli o da altri furono minacciati di arresto e di processo. Del resto lo stesso Guerrazzi non aveva proposto il 23 febbraio 1849 di dichiarare traditore della Patria Don Neri Corsini, confiscargli i beni, condannarlo a morte; ed ordinava di processarlo e di perquisire la sua casa? .a) Ma a parte questo nostro sereno, obiettivo riconoscimento della ragionevolezza del comportamento tenuto dalla maggioranza della Commissione, per quanto riguarda personalmente il Ricasoli, a suo onore, ma soprattutto ad onore della verità, ci sia consentito mettere in risalto la realtà del pericolo che il Guerrazzi avrebbe corso se fosse stato rimesso in libertà; non si sarebbe forse potuto dire dai posteri guerrazziani ad oltranza che lo si era trattato come un piccione da tiro? Ed ancora. La spregiudicatezza e la sincerità con la quale egli, proprio in quel processo!, riaffermò la sua avversione ai processi politici, cagione di infiniti guai (sono sue parole) alia società... semenza di odi civili, e gli odi civili veleno che avvelena più quanto è minore la massa nella quale ai stempera.*) Si ricordi l'innegabile difesa, per lo meno nel senso di attenuare la responsabilità, che il Ricasoli fece del Guerrazzi affermando la convinzione sna e di altri della Commissione che * quando il Granduca lasciava Siena partisse con animo deliberato di abbandonare effettivamente la Toscana, e che quel dispaccio (guerrazziano), con la spedizione che ne seguì non avesse effetto di peggiorare le cose né di imprimere alla volontà del Granduca un diverso fine .
U Ibidem, pp, 358-359.
2) Storia dèi nrocejso politico di F. D. Guerrazzi. 2* ed., r'irenze, coi tipi di Giuseppe Marinili. 1851, parte II, p. 96, n. 168.
3) Carteggi rit. voi. VII, p. 353 e sgg.