Rassegna storica del Risorgimento

VECCHI GIOVANNI ; TOMMASEO NICCOL?
anno <1919>   pagina <642>
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G. Canevazzi
xvm.
Signore ed Amico preg.1
Più clie nel Governo italiano, è vigore ne' versi di Lei, non poclii dei quali a me suonano belli; e taluni addirittura potenti. Ma perchè dedicarli al signor Nicomede Bianchi, il quale lece cosi grave torto alla memoria del Conte Cavour, pubblicando documen­ti, che sono confessioni di frodi, e tergiversazioni volgari, augu­rio sinistro a nazione che intende risorgere ? Ella sa le vergogne confessate da quel La Farina, che era pure strumento prescelto dal Conte, e a ehi gli rinfacciava i rinnegati prineipii, rispondeva: nulla c'è di mutato: a quelle lettere ch'io cospiratore scrivevo di mio, ora appongo il sigillo del regio gabinetto .
Il conte di Cavour si faceva strumento a uomini che egli ÌR-tèndeva come suoi strumenti adoperare. Ella fa che esso dica alla tempesta Fin qui giunga il tuo sdegno e qui f arresta Se invece di questa sua immagine arrisicata, ella, caro sig. Vecchi, sceglieva quella del cavaliere,, che allenta le briglie al cavallo, per poi raccorle a sua voglia, si sarebbe avvisto che il conte di Cavour, non che nume da frenar le tempeste, non era destreggiatore tanto fortunato da potere nell'atto medesimo, e spronare la bestia che imbizzarisce, e stringerne il morso.
Certamente il versatile ingegno l'avrebbe, credo io, salvato da vergognosa caduta: ma gli ingegni versatili, se possono iniziare nella storia cose grandi e cooperarvi come che sia, non le possono co­stituire; debbono di buon grado, o di forza lasciare il luogo a uo-
un monumento a Girolamo Savonarola : naturalmente la circolare era un invito agli italiani a sottoscrivere per 11 monumento, il Vecchi corrispose, come più seppe e potè, all' appello nobilissimo del Comitato e a quello personale del Tommaseo.
it E' questa la lettera già edita in nota dal Vecchi nel suo volume Poesie, ma perchè quel volume ebbe, come già dissi, limitata tiratura, non credo mal fatto ripubblicarla in questa collezioncina.
La lettera vivace, acre, rispecchia l'uomo irriducibile, irriconciliabile con la politica del Cavour. Non è ignoto certo che iMpmmaseo non ebbe troppa simpatia, né per il Re di Piemonte, Carlo Alberto, né poi per Io Statista, di cui non approvava la malaugurata arte .
11 T. fu provocato a scrivere dalla canzone Camillo Benso di Cavour che il Vecchi gli aveva inviata, estratta dalle Memorie della R. Accademia di S. L, ed A, di Modena. Tomo XI, 1870, e riprodotta poi da altri periodici italiani.