Rassegna storica del Risorgimento
GUERRAZZI FRANCESCO DOMENICO
anno
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1970
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pagina
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603
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F. D. Guerrazzi nel 1849 603
gue verrebbe a lui, al governo, al paese, a tutti noi .1 ' Quasi certamente) dunque, il Guerrazzi dove la sua salvezza al Capponi; chi desiderasse vedere come lo ripagò, legga le lettere ch'egli scrisse a Carlo Massei il 22 febbraio ed il 21 marzo 1852. Ben disse, commentandole, il Panella che la passione gli faccia velo agli ocelli (cioè al Guerrazzi) è evidente e perciò a chi oggi giudica imparzialmente destano un senso di disgusto certe espressioni volgari che egli usa parlando di un uomo di alta statura morale come Gino Capponi . ->
L'affermazione ricordata del Capponi, che a parer nostro altro non è che l'espressione della sua sensibilità, come si è accennato, fu da taluno addebitata alla Commissione governativa quale riconoscimento, da parte delTallora suo Capo, che essa avrebbe esposto il Guerrazzi ad esser fucilato dagli Austriaci. Senonché, se questo non si afferma per faziosità, si dimentica una cosa semplicissima ed innegabile, e cioè che gli autori del colpo di Stato del 12 aprile vollero la restaurazione granducale soprattutto perché ritenevano che questa fosse Tunica soluzione per evitare l'occupazione austriaca, come esplicitamente riconobbe lo stesso Guerrazzi che ne aveva già dato una prova lampante opponendosi recisamente e coraggiosamente alla proclamazione della repubblica. Si veda il primo indirizzo rivolto dai nuovi governanti al Granduca: Altezza Reale! Il Vostro ritorno, affrettato dai voti dell'intera Toscana, risparmi era a noi Tonta e i danni di una invasione, risparmierà a Voi di fare al Vostro Regno fondamento delle armi straniere delle quali sempre aborriste*8) Ma S.A.I.R. si guardò bene dal fargli sapere che aveva invocato ed ottenuto l'intervento del suo imperiale nepote che sedeva sul trono di Vienna. E quando poi il 5 maggio il maresciallo D'Aspre penetrò in Toscana al comando delle truppe d'Asburgo, il giorno dopo il gonfaloniere Peruzzi ebbe il coraggio di scrivere al Commissario leopoldino Serristori una fiera protesta4) ricordandogli che il Municipio di Firenze, assumendo la direzione degli affari a nome di S.A.R. aveva inteso non solo redimere lo Stato dal dispotismo di una fazione, ma aveva inteso eziandio salvare il paese dal non meritato dolore di un'invasione, di salvare il Principato rinascente dall'infausto battesimo di una protezione straniera. Ed a questa protesta il giorno successivo aderirono totalmente i membri della disciolta Commissione che non facevan parte del Mu-
1) A. MANCINI, F. D. Guerrazzi. Cenni e ricordi, Livorno, Officine grafiche Chiappini, 1919, p. 128.
3) Vedile in ANTONIO PANELLA, Dal carcere; lettere di F. D. Guerrazzi a Carlo Massei, in Rassegna storica del Risorgimento, a. XVI (1929), pp. 804-839. Noi qui ci limiteremo a trascriverne duo passi: ...marchese Gino Capponi, che fu mio amico ventenne e s'infinse nel 12 aprile quando, dopo avermi mandato denaro pel viaggio, mi tradiva. Dio lo perdoni: io non ho rancore per Ini, ma non cambierei il mio carcere delle Murate col suo palazzo di via S. Sebastiano; no, quanto è vero che Dio vive In me non desta sentimento alcuno, neanche disprezzo: miserabile vecchiol Egli con sofismi tenta costruirsi nn paracadute, e non si accorge che ormai è stramazzato in fondo della vergogna e del disonore... ; ... Quando nn Gino Capponi amico più che ventenne mi ha tradito per astio, per viltà, per rifarsi meco della mia nullità predicata e gonfiata dai galoppini della letteratura a mirifica prestanza politico, non devo né posso riposarmi in altri... .
s) F. MARTINI, op. cit., p. 418.
*) Vedi GIACOMO Lu manoso, L'intervento austriaco in Toscana e Povera della Commissione Governativa, }n Rassegna storica del Risorgimento,, n. XVtTI (1931), p. 340.