Rassegna storica del Risorgimento

GUERRAZZI FRANCESCO DOMENICO
anno <1970>   pagina <604>
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Enrico Berti
nicipio: il Capponi, il Ricasolì, il Torrigiani: il Capoquadrì era assente1' e Gino Capponi disse di ringraziare Dio di essere cieco per non vedere gli abor­riti invasori!
Non si può negare che questa presa di posizione dei moderali , inequi* vocabilmente antiaustriaca era piuttosto coraggiosa (e per ciò solo indubbia* niente sincera, con quel simpaticone del maresciallo D'Aspre fra i piedi ...)
Si potrà forse dir concludendo che Capponi, Ricasoli e C. per salvare il Guerrazzi dalla padella (la plebe inferocita) lo esposero sia pure involonta­riamente a cader nella brace dei Tedeschi? E di qui, ed appunto per questo, l'orgasmo del Capponi di salvarlo? Ammettiamolo: ma mentre è certo che riuscì a trarlo fuori dalla brace, non è davvero altrettanto certo che sarebbe riuscito a non farlo cadere nella padella...
Chiudiamo con quanto, oltre ciò che sopra si è riportato, disse il Ricasoli al processo quando si trattò di trasferire il Guerrazzi al Belvedere, per opera di una persona sotto ogni riguardo insospettabile quale il gen. Zannetti: Io stesso disse il barone di ferro vedendo l'apprensione del gen. Zannetti per l'aspetto in cui si mettevano le cose, ebbi a dirgli che stesse quieto quanto alle disposizioni d'animo della Commissione; che era la forza delle cose che co­stringeva; che tutto il male lo aveva fatto il Guerrazzi stesso col suo errore di persistere a restare in Palazzo Vecchio dopo l'avviso; aver egli perduto l'op­portunità; che ora non era più nella libertà della Commissione di farlo partire; essere sperabile che l'opportunità tornerebbe; prima bisognava lasciar quietare le passioni, lasciar tornare a casa le moltitudini. Durarono così le cose più o meno; le disposizioni della Commissione si mantennero così fino ad un tal giorno in cui questo grave soggetto entrò in nuova ed inattesa fase . x) Per l'avvenuta conoscenza, cioè, del famoso telegramma guerrazziano che ordinava al Governatore di Livorno di scacciare il Granduca dall'isola d'Elba. E pochi giorni dopo la Commissione Governativa uscì di scena, venne il Commissario leopoldino Serristori, e con lui - o quanto meno contemporaneamente a lui il maresciallo D'Aspre.
ENRICO BERTI
*) Ibidem, p. 341.
2) Carteggi di., v. 357.