Rassegna storica del Risorgimento

BEAUHARNAIS CARTE; BIBLIOTECA DELL'UNIVERSITA' DI PRINCETON CAR
anno <1970>   pagina <605>
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MUSEI, ARCHIVI E BIBLIOTECHE
GLI ARCHIVI BEUHARNAIS NELLA BIBLIOTECA DELLA UNIVERSITÀ' DI PRINCETON
NEGLI STATI UNITI
Forse gli studiosi dell'epoca napoleonica possono rimanere sorpresi dal fatto che negli Stati Uniti si conservi nn importante fondo di manoscritti, che abbraccia la storia italiana e quella francese: 30.000 carte del figliastro del­l'imperatore, il principe Eugenio di Beauharnais. Questi documenti sono stati donati da un finanziere americano, Andre de Coppet, e si trovano nella Biblio­teca dell'Università di Princeton, città a poco più di un'ora di treno da New York, nello Stato di New York. Princeton appartiene al gruppo di università della Ivy League (gruppo che comprende piccoli ma prestigiosi centri di studio come Harvard, Yale e Cornell) ed è uno dei più antichi colleges de gli Stati Uniti: vanta una data di nascita risalente al 1746. Come e perché queste carte hanno attraversato l'Atlantico? La loro storia è interessante e sin­golare quasi come quella dei manoscritti del biografo inglese James Boswell, che sono oggi conservati alla Università di Yale.1)
Quando Beauharnais, viceré del Regno italico, si ritirò in Baviera dopo i tristi eventi di Milano del 20-21 aprile 1814, assunse nel 1817 il titolo di duca di Leuchtenberg ed ebbe il principato di Eichtatt: le sue carte lo seguirono. H prof. Robert R. Palmer, nell'illustrare questi documenti, un secolo e mezzo dopo, ebbe a scrivere: Sono praticamente i resti di un regno. Non tutti, per­ché altro materiale si conserva all'Archivio di Stato di Milano, ma sono tutto quello che il deposto viceré si è portato con sé nel 1814 .2) Durante la vita di Eugenio le carte rimasero in Germania. Per spiegare le vicende successive non si deve dimenticare che la sua vedova, Augusta, è stata infaticabile nel combinare matrimoni regali col risultato che una generazione di principi po­teva guardare ad Eugenio come al nonno d'Europa. Il figlio secondogenito del viceré e di Augusta, Massimiliano Giuseppe, sposò la granduchessa Maria di Russia, figlia dello Zar Nicola I, si naturalizzò russo e lo divenne tanto profondamente da abbracciare la religione ortodossa. A dire di Carola Oman, autrice di una biografia popolare di Massimiliano, sua madre visse nel terrore che egli dovesse combattere contro la Francia ,3) cosa che non potè felicemente avvenire, perché la morte lo colse nel 1852, alla vigilia della guerra di Crimea. Si può anche pensare che la famiglia Beauharnais abbia portato con sé i suoi archivi in Russia; quel che è certo, però, è che gli eredi Leuchtenberg li misero in vendita, nel 1929, a Seeon, in Baviera, e che i bolscevichi non poterono servir-
t) Per la storia dei manoscritti Boswell, vedi RICHARD D. ALTICK, The Scholar Aduenturen, New York, Macmillan, 1950, pp. 16-36 e ROBIN W. WINKS, 77ie li istorimi a Detective, New York, Harper Row, 1969, pp. 89.103.
3) R. R. PALMER, Special CollecHons at Princeton,: the Beauhanwis archives, in The Princeton University Library Chronicle, voi. IH (febbraio 1942), p. 46.
O CAKOI-A OMAN, The Viceroy, New York, Punk Wagnalle, 1966, p. 468.