Rassegna storica del Risorgimento
VECCHI GIOVANNI ; TOMMASEO NICCOL?
anno
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1919
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pagina
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643
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Lettere di Niccolò Tommaseo 648
mini di principii schietti e d'incolpevole coscienza. Gli astuti anche governando servono ai semplici-: i semplici, anche servendo, governano. Prima che ai semplici di mente retta, egli era, se viveva, dannato a servire agli astuti suoi complici 0 servire, o comprimerli.! e per quel senso di probità che l'educazione religiosa e morale aveva deposto nel fondo dell' anima sua egli li avrebbe compressi Ma presentiva la dura guerra che seguirebbe al trionfo; e, nella segreta tempesta di questo presentimento, l'uomo che ella fa dominatore delle pubbliche tempeste, mori. Morì dichiarando con espresse parole a più d'uno, che il nome di Roma non era in sua bocea che un modo di dire, come la coda del cane d'Alcibiade a un dippresso; giacché tanto gli rimaneva di senno da accorgersi ohe la persona sua avrebbe sul Campidoglio fatta una figura meschina, e qualche altra persona una figura ridicola. Disse anche questo, e morì prima d'assaggiar la gloria di Mentana e di lassa. Consideri un poco se materia ci sia d' andare menando vanti, e sfoderando minacce. Nel 1848 l'armistizio di Sa-lasco, nel '49 la pace con indennità date all' Austria; nel '69 il Piemonte colle inondazioni delle acque si difende dagli Austriaci agiatissimamente allaganti, e attende da Francia in prima lo scampo da provocate sconfìtte; e riceve gratuito il regalo della Lombardia, da ricambiarsi con Savoia e Nizza; nel '66, il quadrilatero gli viene aperto dalla fortuna di Prussia, e dalla mediazione di Francia, da sue proprie glorie terrestri e navali certamente no: nel'70 a dì 15 di settembre (*iese e giornata memorabile per quella convenzione non saputa uè animosamente infrangere, ne lealmente osservare), a di 15 di settembre le armi prussiane sono presso le mura di Parigi, le armi italiane sotto le mura di Roma. Con soli i mezzi morali erasi promesso, e sino alla nausea ripromesso, di volere ire a Roma. Il mezzo morale è la solita ratio regum: né altre ne ha il Turco e l'Imperatore di Russia. Ma quel che è più vile, alla grande impresa aspettavasi la mortale angoscia della Francia benefattrice: aspettavasi l'impunità. Se tanto sicuri del diritto e della forza propria, perchè non attendere? Perchè la repubblica faceva paura. Dunque paura il coraggio. E paura di chi ? Conosciamo i repubblicani d'Italia; e se la nazione sia smaniosa di repubblica essi repubblicani lo sanno: ma nell'inerzia di governanti, e nella fiacchezza de' governati si fidano. Li hanno avuti fin qui loro complici nel far la guerra alle istituzioni cristiane, ai piiaeipfi morali, al pudore: chieggono ora la mercede de' complici con baldanza di complici. Il signor Sella,