Rassegna storica del Risorgimento

BEAUHARNAIS CARTE; BIBLIOTECA DELL'UNIVERSITA' DI PRINCETON CAR
anno <1970>   pagina <630>
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Libri e periodici
XIX e XX. La veste tipografica particolarmente accurata, e le illustrazioni, alcune delle quali tratte da stampe e documenti assai rari, e di grande interesse storico ed icono­grafico, raccolte da T. Ossian De Negri, aggiungono pregio all'importante lavoro che la Cassa di Risparmio di Genova ha voluto offrire ai cultori di storia ligure.
BIANCA MONTALE
VALERIO CASTRONOVO, Economia e società in Piemonte dall'Unità al 1914 (Studi e ricer­che di storia economica italiana nell'età del Risorgimento); Milano, Banca Com­merciale Italiana, 1969, in 8, pp. 413. S. p.
Con la presente monografia, l'autore ha dato un contributo di fondamentale importanza alla storia economica dell'Italia contemporanea, indicando altresì feconde vie d'indagine in questo campo. Facendo leva su una documentazione, edita e inedita, vastissima e sapientemente utilizzata, Castronovo ha ricostruito con grande rigore metodologico l'evoluzione economica e sociale del Piemonte lungo il mezzo secolo che vide questa regione passare dal capitalismo agrario e dalla vocazione di fondo contadina, costituenti l'eredità del periodo cavouriano, al decollo industriale e ad una trasformazione profonda e originale dei nessi fra politica, amministrazione e sviluppo economico.
Nei primi capitoli dell'opera sono efficacemente messi in evidenza la fisionomia particolare dell'economia piemontese, i caratteri e le conseguenze della sua tradizio­nale gravitazione verso la Francia prima dell'unità e prolungatasi anche dopo il compimento di questa, ed infine le difficoltà cui andò incontro il suo inserimento nel mercato nazionale. Il ruolo determinante, almeno sino alla fine del secolo, del capitale e dell'imprenditorialità stranieri francesi, svizzeri, tedeschi è non solo riconosciuto nelle sue dimensioni quantitative, ma indagato e chiarito nei suoi mec­canismi d'azione, nelle specifiche modalità delle sue connessioni con le forze econo­miche indigene. Particolare rilievo va attribuito a questo intervento straniero nel set­tore del credito, durante gli ultimi lustri del secolo: Nuovi imprenditori e opera­tòri economici svizzero-tedeschi interessati alle più recenti combinazioni commer­ciali e industriali apertesi con l'arretramento, per via del protezionismo, dei vecchi centri di gestione mercantili francesi e inglesi e garantite comunque dalla più. elevata remunerazione del capitale consentito dai basso regime dei salari operai locali e non più i rappresentanti della tradizionale finanza ginevrina, sono i protagonisti del rammodernamento della struttura bancaria piemontese. Né, d'altra parte, veniva a mu­tare solamente la vecchia geografia dei rapporti d'affari locali, ma anche il campo d'azio­ne della pratica finanziaria e la sua stessa fisionomia. Il graduale collegamento con la nuova area di interessi economici e di scambi del centro Europa si andrà realizzando infatti su un terreno produttivo, i cui presupposti non risultano più subordinati alle tradizionali pratiche di speculazione mercantile e bancaria, ma costituiti dalla manovra coordinata e organica degli investimenti e dei crediti, dalla realizzazióne di più com­plessi organismi societari, dall'avvento di aggregazioni tecnico-finanziarie per l'approv­vigionamento di materie prime e di prodotti chimici, la dotazione di impianti tecnici e di forza motrice e il controllo di determinate aree di mercato a livello interre­gionale v.
1 i premesse strutturali del decollo industriale dell'inizio del Novecento furono poste, oltre che dall'ammodernamento del sistema creditizio, dal baldanzoso sviluppo dell'industria cotoniera e dai meccanismi di diffusione da questa messi in opera in altri settori industriali e nel processo di urbanizzazione. Ed è proprio al funziona-mento di questi meccanismi di diffusione dello sviluppo economico, che Castronovo dedica alcune fra le pagine più efficaci del libro. Cosi come sono tra le migliori quelle in cui egli analizza in tutte le ne implicazioni l'avvio, nel corso del primo decennio del secolo e sotto lo stimolo e la guida degli elementi più dinamici e moderni del ceto imprenditoriale torinese, di una nuova politica municipale di incentivazione ed