Rassegna storica del Risorgimento

BEAUHARNAIS CARTE; BIBLIOTECA DELL'UNIVERSITA' DI PRINCETON CAR
anno <1970>   pagina <631>
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Libri e periodici
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espansione degli investimenti pubblici e sociali, condizione inderogabile del successo del decollo industriale nell'intera provincia. Scrive in proposito Castronovo (ma il suo discorso si farà subito dopo ben più mosso e dettagliato) : Controllo e più efficace utilizzazione delle fonti di energia elettrica, case operaie alleviamento delle imposte sui ceti popolari, estensione delle comunicazioni ferroviarie, sviluppo dell'istruiti one professionale, miglioramento dell'assistenza sociale (ospedali, ricoveri, dispensari ecc.), razionalizzazione di altri servizi pubblici (acqua, strada, gas, telefoni) rappresenta* vano le linee di azione intorno alle anali si era andata raccogliendo la " nuova gene­razione " dei l'olii in zi ima li per un rimpasto nei ranghi interni e ai vertici della ge­stione amministrativa. E su questo terreno non sarà in effetti difficile per la giunta favorire, di volta in volta, l'apporto attivo o la convergenza di fatto dei rappresen­tanti socialisti al Comune di prevalente indirizzo riformista o comunque disposti pur senza un'adeguata elaborazione teorica al di fuori di certe intuizioni di estra­zione turatìana sull'evoluzione lineare del sistema capitalistico a rompere le vecchie dighe del patriarcalismo solidarista e a misurarsi più da vicino con le nuove direttrici di azione della borghesia produttiva e progressista. Più in generale, verrà realizzan­dosi un incontro fra esigenze economiche e forze politiche, destinato (con l'ulteriore saldatura avvenuta dal gennaio 1906 all'aprile 1909, nel periodo coincidente con il terzo ministero Giolitti, fra l'ala " industrialistica " della rappresentanza moderata in Comune, forte di una diecina di esponenti su 57 della maggioranza, e i socialisti rifor­misti) non solo a superare del tutto le residue " rigidità " liberisti che a livello delle scelte di fondo e dei moduli operativi di espansione economica, ma ad imprimere anche alla politica comunale, e alle sue nuove responsabilità promotrici, direttive e dimensioni di carattere sempre più evolutivo, non di semplice ordine burocratico e assistenziale, ma di effettiva rilevanza Botto il profilo produttivo
Questa politica di intervento pubblico diretto, adottata dall'amministrazione comu­nale di Torino nell'organizzazione economica e territoriale in funzione di una ben determinata e consapevole scelta industrialistica, è indicata con decisione da Castro-novo come uno degli elementi decisivi di forzatura del decollo industriale pie­montese, preparato dall'espansione del settore cotoniero e attuatosi mediante l'avvento dell'industria automobilistica e la conseguente dislocazione dell'apparato economico subalpino in un settore di produzione e tecnologico del tutto nuovo per il sistema industriale italiano, suscettibile di per sé di propulsioni e applicazioni " rivoluzio­narie " nell'organizzazione degli investimenti e del mercato , una dislocazione ne­cessaria si, ma non sufficiente a spiegare da sola i motivi di fondo del decollo stesso. TJn secondo elemento decisivo è individuato nella concomitante affermazione di una classe imprenditoriale (in parte uscita dai ceti agricoli, ma fermamente decisa a reinvestire le ricostituite rendite fondiarie in moderni settori di produzione indu­striale), emersa in forza, con un proprio timbro di originalità e di consapevolezza ideologica e con prospettive egemoniche nella gestione dei meccanismi della vita economica e sociale, dalla competizione con i vecchi ceti mercantili e finanziari e j settori manifatturieri rappresentativi delle " industrie naturali " . Il dissidio interno alla classe dirigente piemontese, che si era espresso per l'innanzi soltanto o prevalen­temente In conflitti di personalità, di notabili, si trasformava così, per la prima volta, in un confronto serrato* senza dissimulazioni, di alternative economiche e di criteri di preferenza sociale, di programmi e di reali interessi da promuovere . Ma Castronovo sottolinea infine anche un terzo elemento innovativo, senza la pre­senza del quale sarebbero difficilmente spiegabili non solo il ritmo serrato e le di­mensioni del decollo industriale piemontese, ma anche i suoi specifici caratteri quali* ficanti rispetto a quello di altre regioni italiane: A livello di fabbrica, della ge­stione aziendale, l'affermazione di una nuova classe imprenditoriale si esprime in Pie* e monte, nei settori di avanguardia ma già rappresentativi della più forte struttura indu­striale locale, nell'orientamento verso soluzioni dinamiche di tipo produttivistico, svin­colate aia dalle subordinazioni all'affarismo speculativo che dalle strozzature più peri* noiose del regime protezionistico, e nell'adozione di nuovi metodi di direzione, spinti ino all'introduzione dei primi sistemi tayloiistici e di organizzazione scientifica del