Rassegna storica del Risorgimento

BEAUHARNAIS CARTE; BIBLIOTECA DELL'UNIVERSITA' DI PRINCETON CAR
anno <1970>   pagina <632>
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Libri- e periodici
lavoro . Una. scelta tecnologica e operativa, questa* nel senso della produzione In serie, della razionalizzazione del lavoro e dello stretto controllo di tatti i fattori prò* duttivi, la quale, conclude Castronovo, se obbedisce a esigenze di competizione inter­nazionale e a precise direttive strategiche del più forte e avanzato groppo imprendi-toriale locale dì fronte alle lotte sindacali del movimento operaio, già si prefigura e tende a imporsi tuttavia - - ove si guardi, oltre che ai " prestiti " tecnologici e socio* logici americani di un Agnelli e alla puntuale attenzione di altri esponenti industriali piemontesi per le esperienze aziendali inglesi e statunitensi, anche all'interesse non convenzionale di un Camillo Olivetti per le prospettive della scienza applicata alla industria e dell'integrazione tra fabbrica e città, e più in generale alle traduzioni poli* tiche di questo nuovo " spirito imprenditoriale " nella organizzazione civile e coltu­rale esterna e nell'ambito della classe dirigente quale modello di gestione capita­listica di una società in fase di avanzato sviluppo industriale .
ALBERTO AQUARONE
ANDREA PIOLA, La Questione Romana nella storia e nel diritto. Da Cavour al Trattato del Laterano, ristampa; Milano, Giuflrè, 1969, in 8, pp. 308. L. 3200.
L'opera del P. apparve in prima edizione nel 1931, presentata da una Prefasione di Antonio Boggiano Pico, che era stato relatore in sede di esame di laurea presso l'università di Genova dell'eccezionale lavoro di tesi, giudicato degno di stampa; e il giudizio trovava conferma nel conferimento del Premio d'Amelio 1931 da parte della Rivista di diritto pubblico. La presente ristampa, che porta la data del 1969, riproduce immutato il testo della precedente pubblicazione; la sola aggiunta è costi­tuita dall'avvertenza, che detta ristampa è dedicala al XL della Conciliazione .
Aggiunta assai significativa, che vuol esprimere, con signorile discrezione, la fedeltà professata dall'A. alla impostazione del problema storico-giuridico, cosi come essa venne prospettata nella stesura originaria di un'opera, maturata nel clima ancor fervido del conciliatorismo; sebbene proprio quell'anno 1931 ria quello che segnò un primo serio conflitto fra io Stato fascista e la Santa Sede riguardo all'Azione Cat­tolica, poi composto con un accordo in tre punti fra le due parti interessate: accordo, che costituì una sorta di codicillo dei Patti Lateranensi. Il P., tuttavia, non poteva tenere conto dell'episodio, che non alterava certo la sostanza e il carattere della cosi detta Conciliazione.
A distanza di quarant'anni circa dalla sua composizione, il volume del P. man­tiene intatta la sua dignità scientifica, fondala sull'ampia e scrupolosa informazione, sull'equilibrio dei giudizi particolari, sulla pacatezza del tono, alieno dagli eccessi di retorica, anche se chiaramente favorevole ad una valutazione positiva dell'avvenimento che si era testé compiuto. Sarebbe poco opportuno, comunque, sottoporre l'opera ad un esame pedantesco e ripercorrere tutto l'itinerario mentale, che si svolge lungo l'arco d'una riflessione storica, che prende le mosse dalla proclamazione dello Statuto car-loalbertino nel 1848. Lo Statuto fu presto seguito dalla legge 25 agosto 1848, n. 777, con cui venne sanzionata l'espulsione della Compagnia di Gesù dal Piemonte liberale; e, secondo l'A., cominciava così il periodo cruciale delle relazioni tra il Piemonte, decisamente postosi sulla via delle riforme, e la Chiesa Cattolica . Si potrebbe pen­sare perciò, che a termine del BUO percorso, il P. ponesse, come punto fermo d'arrivo, Palloni recente Concordato.
E Invece no : il libro si chiude con una Appendice, divisa in due parti, la prima di Documenti e la seconda di Bibliografiat ma fra i documenti, mentre sono ripro­dotti 11 Trattato del 1929 e l'annessa Convenzione finanziaria, il Concordato ne resta escluso. In questo modo, l'A. intende tacitamente ribadire il suo parere (accennato, del resto, fin dal sottotitolo dell'opera), secondo cui non riconoscere la distinzione fra Trattalo e Concordato significa continuare a confondere la Questione romana, già esistente tra Italia e Santa Sede e composta col Trattato del Laterano, con le rela­zioni tra Stato e Chiesa, regolate ora in Italia col Concordato (p. 232). È vero che 11 P., con precisione e correttezza scientifica, riporta e discute non solo l'opinione