Rassegna storica del Risorgimento
BEAUHARNAIS CARTE; BIBLIOTECA DELL'UNIVERSITA' DI PRINCETON CAR
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1970
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Libri e periodici
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prevalente dell dottrina, secondo cui gli accordi stipulali tra l'Italia e la S. Sede sono il Trattato, il Concordato e la Convenzione finanziaria ( e per quanto questa tripartì zione sia a mio giudizio inesatta *, egli osserva a p. 269); ma cita altresì l'autorevole opinione del pontefice del tempo. Pio XI, il quale più volte affermò che il Concordato era inscindibilmente9 congiunto al Trattato, sicché essi, com'egli disse, esimiti sta bum oppure sitnul cadetti .
La presa di posizione del P. era pertanto, come si vede, non solo originale ma anche difficile a sostenersi sul terreno dell'ossequio dovuto dai fedeli al Capo della chiesa cattolica, in tempi certo assai poco propizi alle contestazioni. Questo sia detto a suo merito, anche da parte di chi non condivide la sua tesi di fondo. Per spiegare quest'ultima, vorremmo valerci di un paragone, che potrebbe sembrare irriverente, ma absit ini uria verbo: noi ce ne serviamo, solo perché esso ci pare efficace sotto il profilo metodologico, ma senza sottintendere implicazioni di carattere metafisico o teologico.
Secondo il P., dunque, che non adopera però questi termini di confronto, dopo il 1929 si sarebbe in presenza di una persona una e trina: e cioè la Chiesa Cattolica, la Santa Sede e la Città del Vaticano. La prima di esse, è un organismo religioso; la seconda, un organo giuridico rappresentativo della prima: la terza infine, è lo Stato, dove la seconda risiede e s'incarna. Fra tutt'e tre, ma in particolare fra la seconda e la terza, entrambi soggetti di diritto, passa uno speciale rapporto, che è quello della identificazione giuridica subbieitiva; giacché ognuna di esse è al contempo una persona {corpus ntysticum nel caso della Chiesa) diversa dalle altre; proprio come avviene con la Santìssima Trinità, invocata ad apertura dei Patti Lateranensi. A giudizio dell'Ai il contenuto e il fine nettamente diversi del Concordato stanno a confermare che la Questione romana è stata risolta formalmente e sostanzialmente dal solo Trattato (p. 374). E se da parte della S. Sede è stata richiesta un'affermazione sull'inscindibilità dei due atti, lo Stato italiano non ha creduto di potere o dovere aderire (p. 265).
Non è questa la sede, com'è ovvio, per discutere tale soluzione del problema giuridico, ragionata dal P. con eleganza, anche se essa non appare persuasiva a chiunque: ci siamo limitati a segnalarla per interesse del lettore. Ci basterà qui far osservare, che l'inclusione del rinvio ai Patti Lateranensi nell'art. 7 della Costituzione Italiana obbliga ormai a tenerne conto in una considerazione unitaria. In quanto alla Convenzione finanziaria, questa ha ricevuto sinora minor attenzione di quella che essa merita; a suo tempo, essa suscitò tuttavia un certo scalpore nell'opinione pubblica internazionale. Segnaliamo, a titolo di curiosità, una recente testimonianza letteraria di quel fatto. Nel suo romanzo In viaggio con la xia (trad. ital. di B. Oddero, Milano, Mondadori, 1970), il romanziere cattolico inglese Graham Greene riporta le confessioni di una vecchia professionista dell'amore, che aveva esercitalo in Roma negli anni intorno al "29, aiutando un truffatore (italiano, quest'ultimo) a spillare denaro al Vaticano con la promessa di favolosi investimenti finanziari; e a un certo punto, la protagonista osserva: H Vaticano, le ne ricorderai, aveva concluso un patto molto proficuo con Mussolini, per cui i capitali perduti sembravano davvero insignificanti (op. cit., p. 148).
Di un certo interesse, per una considerazione storica, appare invece l'importanza accordata dal P. al progetto di Mattia Erzberger, capo del Centro cattolico germanico, il eoi lesto viene riportato nell'Appendice di documenti, e che viene illustrato in un apposito paragrafo dell'opera (pp. 92*96). Tale progetto, elaborato col titolo di Trattato riguardo alle sanzioni internazionali per garantire il potere temporale del Papa >, venne presentato nel 1917 ai governi germanico ed austro-ungarico, ottenendone l'approvazione. Esso, composto di 10 articoli, contemplava il riconoscimento del potere temporale del Papa per un territorio comprendente il colle Vaticano 0 una striscia di terra che lo mettesse in comunicazione col Tevere e con la ferrovia di Viterbo; la perpetua indipendenza e neutralità dello Stato della Chiesa garantite dalle Potenze firmatarie del trattalo di pace (beninteso, nel caso di vittoria dogli Imperi centrali!); il pagamento di una indennità di 500 milioni di lire da parte del Regno d'Italia alla