Rassegna storica del Risorgimento

BEAUHARNAIS CARTE; BIBLIOTECA DELL'UNIVERSITA' DI PRINCETON CAR
anno <1970>   pagina <637>
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Libri e periodici
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GIUSEPPE CORSO, Ove passò l'ardor della battaglia; Milano, Arti Granfie Ubezzi e Dones, 1968, in 4", pp. 136, con ili. S.p.
È il 22" Quaderno dèlia Piccola Collezione Cornudese diretta dallo stesso Corso che in questo Quaderno ha dettato la Prefazione (che è propriamente la pre­sentazione dell'opera), che ha corredato, tale presentazione di Note di eccezionale valore informativo, e die ha aggiunto, a chiusura, una chiara Sintesi delle operazioni militari 1915-1918, assai significativa anche per le particolari illustrazioni fotografiche d'origine italiana ed austriaca che l'adornano. (Ed anche qui dobbiamo rilevare il pregio delle Note relative).
Inoltre troviamo, dopo la Sintesi, una prima Appendice annotata e corredata di illustrazioni, riguardante E. A, Mario poeta e cantore de La leggenda del Piave, ed una seconda Appendice sulla gesta della 2* e 5" batteria del 17" reggimento, le quali, unitamente agli Alpini ed ai Bersaglieri, seppero tenere la testa di ponte di Vidor nel novembre 1917, permettendo cosi il passaggio oltre il Piave delle truppe in ritirata. Anche qui le Note in gran numero, alcune delle quali consentono di conoscere come sia nata e sia divenuta inno nazionale la leggenda.
Ma non meno del contenuto di cui ora abbiamo fatto cenno, è ricco il volume, se teniamo conto della sua parte centrale, e cioè degli Schizzi dal vero del Caporal Maggiore prof. Dino Busani dell'Ufficio Informazioni Truppe Operanti Comando VIH Armata, MCMXVHIz schizzi riprodotti tipograficamente in 25 tavole a piena pagina.
Essi offrono, nel loro quasi rude aspetto, hi tragica visione di vari luoghi dentro e fuori l'abitato della martoriata Cornuda, e vi sono comprese altre località e posi­zioni del Montello e di Nervesa (il panorama, la Piazza, villa Berti, la Chiesa), la stretta di Quero, la Piana dello Sernaglia veduta da M. Fagarè, il Ponte della Priula, il Ponte di Vidor presso il Massiccio del Cesen, la Pieve, Covolo (il Cimitero), Pede-robba, la Stretta di Serravalle e doline di fronte a Falzè, e sistemazioni a difesa, nonché le diroccate chiese di Sovilla e Spresiano, ed anche trincee austriache presso Giavera.
Osiamo dire che queste tavole dal segno forte e deciso, frutto di una contem­plazione che è veramente e soprattutto interpretazione superano per effetto e come rappresentazione della realtà, l'eloquenza stessa delle parole. Sono un raccontare silen­zioso che giunge all'anima e crea interrogativi appassionati che affondano nel mistero e che non trovando e non incontrando adeguate risposte razionali, o ci trascinano nell'oscurità paurosa, o ci sollevano sulle strade della fede: fede in Dio, nella Patria e nell'Umanità.
Chi ha veduto allora quei luoghi e li rivede ora in queste tavole, è costretto a riguardare più volte, perché quelli sono appunto i segni di un volto : il volto del­l'orrore. Il quale più è profondo, e più ci anima a guarire ed a risorgere.
Indubbiamente la gente di Cornuda di oggi e l'Amministrazione Comunale che nel Cinquantenario ha inaugurato la propria residenza e come Asilo-Monumento , e che ha voluto anche questa nobilissima pubblicazione contributo alla verità e quindi alla storia ha riconsacrato il sacrificio immane di quei mesi interminabili; l'ha riconsacrato salendo e non precipitando. Non la baldoria dei gaudenti o dei cinici, ma l'esperienza del sacrifìcio è premessa di risurrezione e di nuova vita.
PIERO ZAMA
ANTONIO CASTELLINI, Storia del 2 Reggimento Artiglieria da Fortezza (Costa) nella 1* Guerra Mondiale 1915-1918; s. 1 1970, in 4, pp. 22. S. p.
L'A-, ufficiale di Artiglieria in congedo, ha voluto compiere questa sua fatica e dedicarla al 2" Reggimento Artiglieria da Fortezza chiamandola non senza qualche fondamento Storia, anche se a qualche lettore ed a noi può sembrare, soprattutto nelle prime pagine, una descrizione o una cronologia descrittiva.
La quale appunto ci fu vedere, quasi in parato, la varia formazione reggimentale.