Rassegna storica del Risorgimento

BEAUHARNAIS CARTE; BIBLIOTECA DELL'UNIVERSITA' DI PRINCETON CAR
anno <1970>   pagina <639>
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Libri e periodici
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Tale ampiezza panoramica è uno dei pregi maggiori dell'opera ed è essenziale; e su tutto il panorama spazia lo sguardo dell'A., libero da quei paraocchi di cui, per esempio, a proposito di Caporetto, si armano altri quando vedono, nel banco degli accusati questi o quelli dello Stato Maggiore, o peggio tutta la II* Armata, o peggio ancora vedono i vinti solo i vinti, e fanno di tutto un esercito, quell'esercito che poi ei ha dato Vittorio Veneto, niente altro che un mucchio di fangose macerie. E queste non sono le Istorie, ma sono le storielle e peggio.
Vogliamo anche aggiungere che il libro non ei obbliga a conclusioni dogmatiche, ma ci lascia pensare, ci costringe a riflettere, e ci offre a tale scopo una doviziosa materia.
I fatti, gli episodi, le [circostanze, gli attori grandi e piccoli, noti ed ignoti, il loro operare come il loro parlare che risuona qua e là degli accenti dialettali di tutta la penisola (proprio come se fossimo nelle trincee o nelle baracche di allora) ci inse­gnano pur mancando la cattedra di filologia è di filosofia a distinguere fra colpa ed incapacità, fra difetto di volere e fatalità, fra ignoranza ed insufficienza, fra tradi­mento e smarrimento, tra fuga e momentanea assenza di una meta, ed anche fra spavalda minaccia e disperata invocazione e silenzio ancor pia disperato.
Possiamo fra l'altro essere avvertiti non diciamo sull'uso, ma sull'abuso che si è fatto scrivendo di Caporetto dì talune parole, come quando si parla con tanta felicità di sbandati nel senso di disertori e di fuggiti dai loro reparti, E quei pove­retti non erano che smarriti per breve tempo e per forza di cose; e bastava un cartello piantato qua e là con le relative indicazioni perché quei derelitti raccoglies-sero tutte le forze onde raggiungere il luogo designato.
Si è scritto altresì denunciandone fantasticamente l'ampiezza, su rivolte paurose contro chi nel berretto avesse i grossi segni del comando. Ebbene - il libro ne offre le prove il generale Cadorna ed il re si sono trovati fra i reparti degli sbandati, raccolti or ora da ufficiali incaricati, e non un gesto non una parola è stata rivolta contro di essi. Ciò non vieta naturalmente di ricordare malumori d'ogni specie e canti più ironici che allegri, né si negano influenze sobillatrici e molti altri guai.
Ma esemplificare scegliendo dal libro non è possibile tanto è ricca la messe. E inoltre si perderebbe quell'efficacia del ricordare e del narrare per cui molte pagine meriterebbero di far parte di antologie a beneficio dei giovani troppo ignari della verità e di ben altro imbottiti.
Dobbiamo soltanto aggiungere forse ci ripetiamo che ammirevole è questo ricordare e questo ritornare a cose lontane, questa fedeltà e questa immediatezze. L'A. potrebbe dire con Dante: ri' mi son un, che quando / Amor mi spira, noto, e a quel modo / eh' e' ditta dentro vo significando .J>
II poco che abbiamo detto valga per tutte le 120 pagine strettamente narrative. Ma poi segue una Appendice distinta in due capitoli o discorsi: 1 Stona e stori­cismo, 2* La libertà e i giovani.
Dopo così attento e verace narrare che è un validissimo documentare, l'A. non ha resistilo alla tentazione di parlare ai lettori, agli studiosi in particolare, e poi ai gióvani; un parlare da uomo di dottrina e di nobilissimo sentire.
ÌVAppendice fa cenno il prof. Giuseppe Mori (del Comitato Vicentino del nostro Istituto) con parole che noi trascriviamo, poiché altre, non sapremmo trovare più illustrative. Si tratta egli dice di un ripensamento storico che in forma più meditativa anche se qua e là ancora ravvivata dalla testimonianza diretta* si snoda nei due tempi di un*" appendice " contesta di richiami bibliografici opportuni; di nn'intervista col giovani, nella quale il tema sovrano dello libertà risplende della luce più vera, quella dell'anima dell'untore: vecchio combattente che si oppone ai luoghi comuni, ai sofismi, al conformismo, per difendere la carne da cannone; lotta per la verità, e quindi per Ut libertà x>.
PntBo ZAMA
i) Si veda anche dello stesso A.: Caporetto visto da un medico, in Atti del Con­vegno Regionale Veneto sulla I guerra mondiale >, Venezia, 1968, pi. 126-130.