Rassegna storica del Risorgimento
BATTAGLIA FELICE
anno
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1919
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pagina
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646
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Ì a Spadoni
r Grli offesi sentimenti ed interessi e il pressoché generale disagio non potean che produrre pressoché generale malcontento, sfruttato, oltreché dai papalini e dagli Inglesi, nemici di Napoleone, da Re Gioacchino di Napoli, in Roma pretendente e rivale più o men coperto del grande cognato. Ma il malcontento non prendeva anche in Roma, come altrove in Italia, forma d' offeso sentimento nazionale, sì che, pur avendo sfogo, come afferma il Madelin, mediante l'organizzazione segreta dei Carbonari, se non anche dei Massoni, destasse ed acuisse in lei la coscienza dell'italianità sua e le facesse provare il bisogno d'una solidarietà nazionale col resto della penisola, dando ansa ad una comune, cioè nazionale, rivendicazione ? Roma non trovava ancora, come già un tempo, nell'Italia, la sua saluto? Certo sul sotterraneo movimento patriottico e indipendentista romano in quegli anni, e specialmente nell'ultimo scorcio dell' Impero napoleonico, poco si conosce e poca luce è stata fatta dagli studiosi. Ma qualcosa indubbiamente vi fu1.
Sintomo e prodotto caratteristico di quel movimento, di quella febbre di malcontento, fu l'opera del prete Felice Battaglia da Vi-tórchiano nel Viterbese, saltuariamente dimorante e cospiratore in Roma, tipo stravagante ma animoso di montanaro quarantaduenne, di grezza coltura, che aveva bensì iniziato la sua camera come capeggiatore d'insorgenti contro i Francesi e i giacobini nella Sabina e nel Viterbese e altrove nel 1798-9-9, e aveva continuato anche posteriormente ad aver rapporti e a render servigi al partito papalino e alla corte di Roma, ma che, a quanto egli ebbe poi a scrivere nelle sue Memorie2, fin dal 1809, arrestato dai Francesi per il suo contegno sospetto in seguito a segreti incarichi di fiducia avuti in quel tempo dalla Segreteria di Stato del Pontefice, fra cui quello
i Da una copia di statuti ideila Società Guelfa, trovati or non è molto da Alessandro Luzio nell'Archivio di Stato di Milano, apparirebbe ch'essi fossero stati concordati da calcaci buoni italiani il 14 ottobre 1813 nella Città eterna, la quale, per quel patto, avrebbe dovuto esser la sede de! governo e la capitale dell'Italia libera ed una (Lussici, La Massoneria sotto il Beano italico e la restaurazione austriaca, in Archivio Storico Lombardo, Anno XL1V, fase. 2, Milano, 1917).
Però in uno studio in proposito, da noi pubblicato nella Vita Italiana, fase. 83 del 1919, mettiamo in dubbio la veridicità di quella data e dimostriamo che, quanto meno, una parte degli artìcoli di quella Costituzione deve essere
di redazione posteriore.
a Vedi a pag. 72 dalle Vicende curiose della vita dell' Avvocato Felice Battaglia dal 1772 al 1800. Parte prima, Firenze, dalla Tipografia di Tommaso