Rassegna storica del Risorgimento

BATTAGLIA FELICE
anno <1919>   pagina <647>
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Un prete brigante-patriota nel 1812-13. Mf
di sorvegliar il Quirinale alla vigilia del famoso assalto, traverso le soli­tàrie meditazioni nella prigionia era stato condotto alla conversione dall' insorgenza papalina a una specie di patriottismo italiano, in modo consimile a quel che avvenne poco dopo nell' Ascolano con Matteo Costantini}: detto Sciabolane, passato dal brigantaggio alla Carbonerìa e alla Giovine Italia e morto martire del patrio risorgi­mento. Così l'idea indipendentista nazionale spuntava qua! fiore dallo stesso arrovellamene impotente dello spodestato papismo !
Nell'ozio del carcere, raccontò poi il Battaglia nelle sue Memorie, considerando la futura sorte dell'* impero di Napoleone, mi apparve di breve durata, perchè fondato nella forza, parto più di fortuna, che di gran mente. A tale evento mi traspariva il caso non molto dif­fìcile della riunione d'aItalia in un popolo indipendente, meno per le cause interne, più per le esterne. La nobiltà del pensiero, con­forme al mio genio naturale, mi accese cotanto che mi esposi a preparare un mezzo, pel tempo opportuno, con una parte segnata, eccitando persone a seguirmi con arte impossibile a scoprirsi, e provarsi, benché vi fosse stato il delatore. Volendo farsi aderenti a Viterbo, il Battaglia, secondo il suo dire, senza saperlo si im­bàttè nel Venerabile di quella Loggia TU. Telegrafo del Cimino , in apparenza accreditato nemico di Napoleone. Finsemi di gra­dire la proposta, tentò la scoperta, ma invano, ancJiejJperchè non convenimmo nel mezzo dell'alta massoneria, cui voleva affidare l'im­presa . Egli ne diede un rapporto scritto molto esagerato a quel­l'Ispettore di Polizia che lo inviò a Roma, da cui venne ordine al Maire di sorveglianza del Battaglia. In seguito di che, essendo, a quanto pare, stato riferito da uno spione (un frate apostata), incari­cato della bisogna, che il Battaglia aveva deciso lo sviluppo dell'gsj zione in Roma pel 15 agosto 1812, egli fu arrestato e tradotto a Castel S. Angelo, donde fu rimesso in libertà solo il 24 ottobre.
Il veneràbile della Loggia massonica viterbese, cui il Battaglia alluse, era il prof. Francesco Orioli, allora insegnante di chimica in quel Liceo e poscia a Perugia. L' Orioli, accennando ne' suoi Ri­cordi alle persone1 che più in quel tempo egli avvicinava, fa parola
Baracchi succ. di Guglielmo Piatti, 1847 (di pag. 66). Prosegue poi interna­mente con una parte seconda: dal 1800 al 1814 (da pag. 67 a 99), e con una Parte tèrsa: dal 181 ì al 1843 (da pag. 101 a 126). Degno di nota questo qualificarsi del Battaglia come avvocato piuttosto che come sacerdote, rive­lazione caratteristica dell'animo suo fin dal frontespizio!