Rassegna storica del Risorgimento
JOSEPHSTADT ; LUBIANA ; CAVALLETTO ALBERTO ; MANTOVA
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1914
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Alberto Cavalletto nelle carceri eoe. 5
gliere invece, con maggior obbiettività ed efficacia, tutta la luce dei suoi ricordi, tutto l'impeto del suo sdegno, tutta la severità della sua parola sui metodi tenuti nei processi di Mantova in generale, e per condannare più particolarmente la brutalità e la malafede del Kraus e de' suoi collaboratori.1
Per questo, le uniche fonti da cui ci sia possibile attingere qualche notizia sui motivi specifici del suo arresto e della conse guente condanna, si trovano nella sua lettera 11 aprile 1853 da Mantova alla sorella, già data alle stampe dall'avv. Sacerdoti, e in quella inedita del 21 novembre 1854 agli amici Coletti e Barbò-Sonciu, qui ricordata.
Sostanzialmente le due lettere non differiscono fra loro ; in tutt'e due i fatti sono gli stessi, narrati candidamente e semplicemente, senza ostentazione e senza rancori : la seconda tuttavia appare di maggior interesse, anzi tutto perchè in essa più diffusamente e ragionatamente egli discorre del colloquio col Canal e dei motivi che lo indussero a non respingerne del tutto le proposte, poi perchè mette in evidenza la lotta combattutasi nell'animo suo circa l'opportunità di rivelare ai suoi più intimi V incontro avuto e la convenienza di mutare, o no, dopo di questo, il suo atteggiamento e la sua linea di condotta verso di essi e verso il pubblico.
S'ella lettera alla sorella narra che un giorno, (non indica Panno) nn giovane padovano s'era presentato nel suo studio per chiedergli un colloquio segreto, su argomento che dichiarava di ignorare, con certo Bernardo Canal, ex redattore del giornale di San Marco in Venezia nel 1849.2 Accordato il colloquio, il Canal gli proponeva di stabilire in Padova una diramazione della Società politica segreta lombardo-veneta, intesa a rovesciare il governo austriaco
i P. CARLO BOCGIO, Storia politica militare della guerra dell'indipendenza italiana llelazioue Cavalletto . Torino, Franco, 1860, voi. I, dap. 189 a 196.
4 Bernardo de Canal, di nobile famiglia veneziana, giovane di mente gagliarda e amantissimo della patria, fa tra i più convinti e infaticabili promotori e organizzatori dei Comitati rivoluzionari veneti. Arrestato in Venezia il 28 giugno 1852 e trasportato a Mantova il 14 luglio, dopo sofferenze inaudite durate in processo, spirò l'anima eroica sulla forca a Belfiore il 7 dicembre dell'anno stesso coi gloriosi suoi compagni don Enrico Tazzoli, - dottor Carlo Poma, Angelo Seorsellini e Giovanni Zambelli. Veggansi notizie del martire nel libro di mone. L. MARTINI, Oùn/oì'tatofto di Mantova, pagine scelte e ordinate da G. MAZZONI, Firenze, Barbera, 1908, p, 67 e seg.