Rassegna storica del Risorgimento

BATTAGLIA FELICE
anno <1919>   pagina <650>
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650 D. Spadoni
Che dunque gli elementi eon cui il Battaglia si trovava in rapporto fossero pressoché tutti clericali e retrivi è certo, come è chiaro, e da lui stesso ammesso, che i papalini lo ritenevano e miravano ad averlo loro strumento. Stando però ai referti del Com­missario di Polizia di Viterbo, su informazioni fornitegli nel 1812 dal prof. Orioli, oltreché alle dichiarazioni fatte, come vedremo, dal Battaglia nel processo cui fa sottoposto dai Francesi e poi nelle Memorie date a luce circa 34 anni dopo, non pare che il piano, sia pur utopistico, vagheggiato da costui, possa meritar la qualifica di papista mascherato. E nemmeno risulta essa giustificata dalla se­guente confidenziale, scritta di pugno del prof. Orioli stesso al Pro­curatore Imperiale di Viterbo 1, alla quale alludeva nella suesjDO-sta lettera il Commissario di Polizia Especo :
Confidenziale segreta, da manifestarsi in verwna circostanza.
Viterbo, quest'oggi 29 8bre 1813. Mio caro Spagnolo,
Voi mi chiedete relazione su quanto è a mia notizia relativa­mente al Prete Battaglia. Sotto il più alto segreto io vi obbedisco.
1 Questo procuratore imperiale, di nome Spagnolo, era anch'egli mas­sone. Tale si rivela in una lettera del 5 dicembre 1818 ad un suo caro amico e F., il Lebon, rapportatore della Commissione militare in Roma. In seguito al nome dell'Orioli, fatto dal Battaglia ne' suoi interrogatori, il Direttore gene­rale di Polizia in Roma, Norvin, ne aveva ordinato l'arresto in Perugia, dove l'Orioli era andato in quell'anno professore di Fisica, in seguito a concorso. Però, appena saputosi ciò dal Procuratore generale di Roma, che fin dal 29 ottobre aveva ricevuto dal Procuratore imperiale di Viterbo due lettere con­fidenziali, di cui quella segreta dell'Orioli allo Spagnolo, mostrò con lettera 13 dicembre al Direttore Generale la convenienza di rinviar l'ordine di arre­sto dell'Orioli, salvo mandar questo a Roma presso di lui. Ma avendogli il Direttore generale chiesto la lettera dell'Orioli, egli si negò, essendo segreta, e si credette in dovere di chiederne autorizzazione al Procuratore imperiale di Viterbo che avrebbe dovuto concertarsi con il Commissario Especo per chiarire su questo oggetto il Direttore generale e per evitar, se possibile, di comprometter l'Orioli. L'Especo non solo, come abbiam visto, si affrettò a scriver direttamente al Direttore generale di Polizia difendendo calorosamente l'Orioli e richiamando le sue informazioni del 1812, ma impegnò altresì l'au­torità del Procuratore imperiale Spagnolo, perche quel giovane non fosse perseguitato .. Quel che mi fa un poco pena, soggiungeva, rapporto a lui, è che si trova ricevuto fra i così detti Carbonari designati dal prete Battaglia come cooperatori e che avrebbero diviso 1 suoi progetti >. II Procuratore imperiale, significando di aver avuto anche lui pena che il Direttor generale avesse ordinato l'arresto dell'Orioli, dichiaravagli che * allo stato presente