Rassegna storica del Risorgimento
STATI PREUNITARI RELAZIONI CON GLI STATI UNITI D'AMERICA SEC. X
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1971
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Stati Uniti e Stati italiani
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domini del sovrano, di cui essi sono sudditi: il che ci ha persuasi che la restrittiva di cui si parla sia in conseguenza di tal deliberazione. Ma per le ragioni accennate di sopra conviene insistere assolutamente per ottenere una piena eo illimitata libertà d'importazione di qualunque genere a bastimenti toscani. I ministri degli Stati Uniti d'America residenti a Parigi, che propongono il trattato, non dovrebbero esser mancanti dell'opportuno potere su questo arti' colo, perché nella deliberazione medesima fu risoluto di proporre, che questa restrittiva si tenesse per regola, a meno che non fosse diversamente convenuto per trattato. Siamo al caso di conchiuderlo fra noi e gli Stati Uniti, e l'interesse di ambedue i contraenti, ed il sistema del porto di Livorno richiede necessariamente che si stabilisca l'illimitata reciproca libertà su questo punto >.
Il trattato non andò in vigore perché non fu mai ratificato. Ma quali le ragioni di questa mancata conferma? U Favi in una lettera del 29 dicembre 1787 scriveva al suo ministro:
H signor Jefferson, ministro plenipotenziario degli Stati Uniti d'America, dopo avere spedito al Congresso il progetto del consaputo trattato di commercio e di amicizia fra i sudditi toscani ed americani, non ha ancora ricevuto le istruzioni necessarie per terminarlo. Le Plenipotenze che aveva per firmare de' trattati con le Potenze d'Europa erano limitate a tre anni e sono spirate. Egli scrisse ai suoi commettendo perché gli fossero rinnovate, avendo ancora altri trattati da firmare; ma il Congresso, troppo occupato da qualche tempo in qua degli affari interni, ha lasciato addietro tutti gli altri, ed il suddetto Ministro mi ha detto che può succedere che le Plenipotenze non gli siano spedite fino alla formazione di un nuovo Congresso. Questo è il solo motivo che ritarda Pallini azione del suddetto trattato che sarà senza dubbio approvato, come ne è persuaso il sig. Jefferson, il quale per parte sua lo terminerà subito che sarà autorizzato. Ho creduto intanto di dover informare l'E.V. della cagione che lo tiene sospeso e che sospende ancora altri trattati, assicurandola che questa è la sola e che non pregiudicherà mai, conforme mi si è espresso il suddetto ministro, all'oggetto della Convenzione; e se i corsari barbareschi non infestassero il Mediterraneo, egli crede che i suoi compatrioti avrebbero già fatto delle spedizioni a Livorno, dove non ignorano che il commercio è più libero che altrove.J*
Ma la verità dovette essere ben altra. È da ritenere che non fu possibile venire ad un accordo perché la Toscana non poteva cancellare le concessioni fatte al porto di Livorno, e gli Stati Uniti rinunziare alle citate decisioni prese dal Congresso nel maggio 1784. In calce alla lettera del Favi il ministro toscano scrisse: Sotto di 1 febbraio 1788 è stato risposto dando riscontro di essersi ricevuta questa lettera . E le trattative non ebbero seguito.
Il Consolato americano a Livorno fu istituito soltanto nel 1794, ed il 10 dicembre dello stesso anno fu nominato console un Filippo Felicchi
i) Ardi, di Stato di Firenze, Esteri, busta 930, n. 56.