Rassegna storica del Risorgimento
BATTAGLIA FELICE
anno
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1919
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pagina
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i). Spadoni
secondo capo del mio consiglio, essendo stato accettato, mi diedero tempo di trovar i giusti mezzi per privar Napoleone di tante forze. Li trovai nella sola strategia. Comunicatili in altro congresso, furono pienamente approvati, obbligandomi in tutti i modi a metterli in opera. Per un'impresa tanto vasta non mi faron dati ohe dugento scudi, con i quali formai una piccola stamperia da esercitarsi da me solo, reputata da me più di un' armatal. Mi feci quindi una vasta corrispondenza aspettando il tempo opportuno di servirmi del tutto. Questo tempo avvenne nel settembre 1813, nel quale Napoleone coll'indispensabile coscrizione tormentava l'impero suo troppo sanguinario. A questo dispiacere comune si aggiunse il piacere della vista di ima flotta Inglese nel nostro mare. In pochissimo tempo stampo/un proclama, quasi Inglese, eccitando gl'Italiani a scuoter il giogo dell'oppressore speranzato del soccorso dell'Inghilterra. Per mezzo di corrispondenti lo faccio affìggere nello stesso giorno, nell'ora stessa ne* due dipartimenti dello stato romano, nella Toscana, nel Regno... 2.
Ma poiché nei primi del novembre i Francesi ricorsero alla leva d'uomini e di danaro moment*ueamente sospesa, secondo l'asserzione del Battaglia, per timore d'insurrezione, a render vano questo nuovo sforzo nemico, egli prosegue a raccontare, ricorsi al
i II Battaglia, nel primo suo interrogatorio dell':8 dicembre 1813 davanti all'autorità francese, accennando alla stampa del suo primo manifesto incendiario, soggiunge: per l'intromissione dell'ab. Adorno io ottenni una stamperia e egli mi disse che essa era una pessima di quelle di cui i Gesuiti facevano uso nell'occasione della soppressione dei loro ordini religiosi. L'oggetto per il quale ricevetti questa stamperia era quello di stampar le notizie relative alla guerra di Spagna che il detto abate riceveva dalla parte di Porto S. Stefano. D'altronde io ignoro perchè il dettaglio di queste ftotìzia doveva esser stampato da me, il che infine non ebbe affatto luogo per la morte del detto Adorno >. Il Procuratore imperiale di Viterbo non mancò di far prò di questa dichiarazione. II 12 dicembre 1813 egli scrisse al Procuratore generale la seguente lettera: Il defunto abate Adorno, che diede al Battaglia la stamperia all'oggetto di stampare la Gazzetta dell'insorgenza di Spagna, che si divulgava in Roma, morendo, ha lasciato questo incarico a due Gesuiti suoi antichi amici, di cui ignoro i nomi, e che si trovano in Roma. Questi indivìdui ricevono le lettere dell'insorgenza di Spagna pel canale di Porto S. Stefano. Dandole io questo avviso, L'i prego di farlo pervenire all' Arciduchessa di Toscana, perchè la polizia di quel Ducato si occupi di scoprire chi scrive colà la corrispondenza degli insorgenti di Spagna. Spagnolo . Questa press* del Battaglia É poi rinvenuta dair'autorità inquirente.
2 Memorie, pag. 76.