Rassegna storica del Risorgimento

BATTAGLIA FELICE
anno <1919>   pagina <654>
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i). Spadoni
secondo capo del mio consiglio, essendo stato accettato, mi diede­ro tempo di trovar i giusti mezzi per privar Napoleone di tante forze. Li trovai nella sola strategia. Comunicatili in altro con­gresso, furono pienamente approvati, obbligandomi in tutti i modi a metterli in opera. Per un'impresa tanto vasta non mi faron dati ohe dugento scudi, con i quali formai una piccola stamperia da esercitarsi da me solo, reputata da me più di un' armatal. Mi feci quindi una vasta corrispondenza aspettando il tempo op­portuno di servirmi del tutto. Questo tempo avvenne nel settem­bre 1813, nel quale Napoleone coll'indispensabile coscrizione tormen­tava l'impero suo troppo sanguinario. A questo dispiacere comune si aggiunse il piacere della vista di ima flotta Inglese nel nostro mare. In pochissimo tempo stampo/un proclama, quasi Inglese, ec­citando gl'Italiani a scuoter il giogo dell'oppressore speranzato del soccorso dell'Inghilterra. Per mezzo di corrispondenti lo faccio af­fìggere nello stesso giorno, nell'ora stessa ne* due dipartimenti dello stato romano, nella Toscana, nel Regno... 2.
Ma poiché nei primi del novembre i Francesi ricorsero alla leva d'uomini e di danaro moment*ueamente sospesa, secondo l'as­serzione del Battaglia, per timore d'insurrezione, a render vano questo nuovo sforzo nemico, egli prosegue a raccontare, ricorsi al
i II Battaglia, nel primo suo interrogatorio dell':8 dicembre 1813 davanti all'autorità francese, accennando alla stampa del suo primo manifesto incen­diario, soggiunge: per l'intromissione dell'ab. Adorno io ottenni una stam­peria e egli mi disse che essa era una pessima di quelle di cui i Gesuiti fa­cevano uso nell'occasione della soppressione dei loro ordini religiosi. L'og­getto per il quale ricevetti questa stamperia era quello di stampar le notizie relative alla guerra di Spagna che il detto abate riceveva dalla parte di Por­to S. Stefano. D'altronde io ignoro perchè il dettaglio di queste ftotìzia dove­va esser stampato da me, il che infine non ebbe affatto luogo per la morte del detto Adorno >. Il Procuratore imperiale di Viterbo non mancò di far prò di questa dichiarazione. II 12 dicembre 1813 egli scrisse al Procuratore generale la seguente lettera: Il defunto abate Adorno, che diede al Batta­glia la stamperia all'oggetto di stampare la Gazzetta dell'insorgenza di Spa­gna, che si divulgava in Roma, morendo, ha lasciato questo incarico a due Gesuiti suoi antichi amici, di cui ignoro i nomi, e che si trovano in Roma. Questi indivìdui ricevono le lettere dell'insorgenza di Spagna pel canale di Porto S. Stefano. Dandole io questo avviso, L'i prego di farlo pervenire al­l' Arciduchessa di Toscana, perchè la polizia di quel Ducato si occupi di scoprire chi scrive colà la corrispondenza degli insorgenti di Spagna. Spa­gnolo . Questa press* del Battaglia É poi rinvenuta dair'autorità inquirente.
2 Memorie, pag. 76.